E’ un delirio di 13 pagine l’ordinanza con cui il gip di Agrigento Alessandra Vella, indagata per abuso e falso, ha rigettato ieri la richiesta di convalida dell’arresto di Carola Rackete, la comandante folle della Sea Watch finita ai domiciliari con le accuse di violenza e resistenza a nave da guerra e resistenza a pubblico ufficiale per avere violato le acque italiane e speronato una nostra motovedetta con 5 militari a bordo.
Il gip ha negato la sussistenza del reato di resistenza a nave da guerra, previsto dall’articolo 1100 del codice della navigazione, ritenendo che “le motovedette della Finanza sono considerate navi da guerra solo quando operano fuori dalle acque territoriali ovvero in porti esteri”, mentre la motovedetta speronata operava nel porto di Lampedusa. Per l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, poi, il giudice ha sostenuto che dal video esaminato “il fatto risulta molto ridimensionato”.
Dai, qui siamo in un campo che esula anche l’ideologia. Siamo in una dimensione parallela fatta di deliri lisergici.
Nel 2005 chiesi lo stato di apolide a Ciampi perché di essere italiano ritenevo fosse ormai un’onta.
Oggi posso dire di avere allora visto giusto.
Con la sentenza del gip abbiamo avuto la rappresentazione plastica di uno Stato in merda.
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