Roma invasa dalle moschee: stanno islamizzando la Capitale

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Sono state censite nella Capitale oltre un centinaio di moschee e centri di cultura islamica: oltre 130 se si contano anche quelle della provincia. Un numero lievitato negli ultimi anni, che coincidono anche con un’emergenza terrorismo da anni mai vissuta dall’Europa e dall’Italia.

Secondo l’Ucoii, longa manus dei Fratelli Musulmani in Italia, la comunità islamica conta a Roma 117mila fedeli. I luoghi di culto più conosciuti li ha elencati il Corriere: oltre alla Grande Moschea di Forte Antenne, c’è quella di Centocelle e anche quella di Ostia.

E la situazione è già di quasi totale sostituzione etnica a Tor Pignattara, quartiere popolare di Roma:

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Ogni giorno, garage, strutture sotterranee, ma anche appartamenti e locali magazzino al pianterreno sono trasformati in centri culturali legati ad associazioni con un proprio statuto, frequentate da decine di migliaia di persone. Si tratta di luoghi senza controllo, non inseriti in alcun elenco, e che potrebbero rivelarsi terreno fertile per la radicalizzazione. E tuttavia la chiusura dei luoghi di culto abusivi ha dato vita di recente a proteste eclatanti, come quando la comunità bengalese si è riunita per protesta in preghiera davanti al Colosseo lo scorso ottobre.

E Bergoglio non dice alcunché. L’obiettivo è islamizzare il centro della Cristianità.

I quartieri di Centocelle, San Basilio, Torpignattara, la zona di Piazza Vittorio, sono luoghi con fortissima presenza di musulmani e di moschee, dove l’integrazione non esiste e i messaggi contro il terrorismo islamico rimangono fuori dalle moschee.

Se non blocchiamo i ricongiungimenti familiari, presto, avranno un sindaco dei loro. Dobbiamo fermarli. Con ogni mezzo.




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