Doina Matei, 33 anni, è libera. Il suo avvocato lo aveva annunciato anni fa, quando già godeva di ridicoli permessi premio:
La romena era stata condannata in via definitiva nel 2010 dalla Cassazione a 16 anni di carcere per aver ucciso, piantandole un ombrello nell’occhio, la ragazza italiana Vanessa Russo, quel maledetto 26 aprile del 2007, su una banchina della metropolitana di Roma.
Ora, dopo appena nove anni, passati tra un permesso premio e l’altro, sarà libera.
Ieri mattina il magistrato di sorveglianza del Tribunale di Venezia ha firmato l’atto con cui ha certificato il fine pena». Una conclusione anticipata di quattro anni, precisa il quotidiano, «ottenuta grazie alla buona condotta che ha consentito alla donna di guadagnare 45 giorni ogni sei mesi dal momento dell’ingresso in carcere.
Abbiamo delle leggi totalmente demenziali. Basta non uccidere nessuno in carcere, e un assassino ha uno sconto di 45 giorni sulla pena ogni 180 giorni di carcere. Roba da matti. Sono leggi fatte da puttane per altre puttane.
Ora non dovrà più rispettare le prescrizioni che le erano state imposte alla fine del 2015, quando giù aveva avuto la semilibertà. «Obblighi che se fossero stati violati avrebbero comportato il rientro nel carcere lagunare della Giudecca, dove la romena è stata reclusa negli ultimi nove anni». Doina Matei è seguita fin dal giorno dell’arresto dall’avvocato Carlo Testa Piccolomini. Un’altra ……..
Nel dicembre 2018 lo sfogo di Giuseppe Russo, padre di Vanessa: «Me l’hanno ammazzata e nessuno ci ha chiesto scusa. Né la sua assassina né lo Stato che tutela più stranieri e i cattivi della brava gente».
Magari qualcuno lo ascolta.
“Non c’erano altre notizie brutte da darci, l’ergastolo ce l’abbiamo noi mica lei”.
È con queste parole che Quirina Di Paolo, la nonna di Vanessa Russo, racconta il suo rammarico per l’uscita dal carcerte di Doina Matei, la romena che il 26 aprile 2007 uccise sua nipote Vanessa Russo, 23 anni, colpita a un occhio con la punta dell’ombrello sulla banchina della metropolitana di Roma. “È almeno da un anno che è uscita, lo sapevamo, per noi è roba vecchia, si rinnova solo la piaga quando ce lo ricordate”.
La condanna inflitta a Matei era stata di 16 anni, è uscita quindi beneficiando, grazie al comportamento tenuto durante la reclusione, di quattro anni di anticipo sul fine pena. A firmare l’atto di scarcerazione è stato il magistrato di sorveglianza del tribunale di Venezia, competente in quanto la donna era reclusa nel carcere lagunare. E proprio a questo proposito nonna Quirina ha commentato al Messaggero: “Non credo più nella magistratura, nella politica, nessuno ci ha aiutato”.
Dopo aver scontato 12 anni di reclusione per omicidio, Doina Matei, oggi 33enne, è libera. Il padre di Vanessa, Giuseppe Russo, commenta “ho sentito che vuole essere lasciata in pace. Sono d’accordo, ha scontato la sua pena, ma almeno che torni al Paese suo”. Per entrambi i genitori, la morte di Vanessa, è rimasto un dolore indicibile, una ferita che non sarà mai rimarginata, “la loro vita da quel giorno non è stata più la stessa”, ha spiegato una fonte vicina alla famiglia della 23enne. Aggiungendo che “la pena è congrua al reato contestato, ma bisogna essere genitori per capire che niente riuscirà a lenite il dolore. Quello resterà per sempre”.
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chi mi ha cancellato il commento?
alcuni commenti risultano in fase di approvazione ed altri no
e non capisco perché.