Immigrati gli spezzano braccio per strada: “Erano rabbiosi”

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Il racconto di Diego Compagnucci, vittima della brutale aggressione a Jesi: due albanesi lo hanno raggiunto e pestato con violenza.

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«Mi sono improvvisamente venuti incontro, ho subito capito che le intenzioni non erano buone: uno di loro mi ha afferrato per il braccio da dietro mentre l’altro ha iniziato a colpirmi davanti».

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Un pestaggio che gli ha procurato fratture e contusioni al volto: «Non è stato semplice ma sono riuscito comunque a liberarmi e sono corso via. Disperato, mi sono buttato in mezzo alla strada in cerca dell’aiuto di qualche automobilista ma nessuno purtroppo si è fermato – spiega lo jesino –. Intanto gli albanesi mi inseguivano finché un paio di residenti della zona non sono scesi ad aiutarmi».

«A quel punto, i soccorritori mi hanno trasportato al Pronto soccorso del Carlo Urbani di Jesi dove mi hanno ingessato il braccio e curato le ferite. Mi hanno dato 30 giorni di prognosi – prosegue Compagnucci –-. Sono scosso e spaventato, quei due mi hanno anche minacciato, dicendo che sanno dove abitano».




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