Proseguono le interviste totalmente fantasiose dei clandestini prelevati dalla nave dei trafficanti umanitari Sea Watch 3. Con una particolarità, una clandestina ‘a contatto’ con Ebola:
"In prigione ho visto così tanti stupri, torture. La Libia è un inferno, le donne vengono violentate, picchiate. Gli uomini torturati per denaro".
La testimonianza di una delle donne soccorse, scappata dalla Liberia per sfuggire da un'epidemia di Ebola.@giusboo @cartabiancarai3 pic.twitter.com/3ZYBweP471
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) 19 giugno 2019
Insomma, per muovere a compassione, si tradiscono. Inutile dire quanto sia demenziale che qualcuno ‘fugga da Ebola’ e si faccia un tragitto dalla Liberia all’Italia invece di fermarsi nel primo Paese senza Ebola.
Quale persona sana di mente può credere alle testimonianze di un clandestino imboccato dai trafficanti umanitari di Sea Watch?
Come si vede, a Tripoli è in corso l’emergenza bagnanti, con l’inizio della stagione estiva:
Tripoli non è porto sicuro dice SeaWatch: ma spiagge affollate di bagnanti in vacanza
E poi, la signorina fuggita dalla Liberia di Weah, come i suoi colleghi, in Libia c’è andato da Paesi subsahariani, pagando migliaia di dollari, per sfruttare la confusione e imbarcarsi verso l’Italia: non è una vittima, è un criminale.
Quella dei trafficanti umanitari di Sea Watch è mera propaganda basata sul nulla:
Ricordiamo chi hanno a bordo a contare i soldi:
Secondo i trafficanti umanitari di Sea Watch, avremmo carcerieri che uccidono immigrati, ma lasciano ai clandestini i loro smartphone coi quali, casualmente, non hanno ripreso alcuna uccisione. Lasciano agli immigrati che torturano anche i soldi.
Carcerieri che, oltretutto, li mettono all’ingrasso:
Sea Watch, ecco le nigeriane torturate nei ristoranti libici – FOTO
Belli rilassati:
Crociera a bordo della Sea Watch, come se la spassano – FOTO
Questi fuggono dalla noia, altro che guerra, fame e torture che, tra l’altro, si sarebbero andati a cercare pagando migliaia di dollari per andare in Libia dalla Nigeria e dal Bangladesh ad imbarcarsi.
Già abbiamo fatto sbarcare questi energumeni:
Anche troppo.
Soprassedendo sulla solita “testimonianza” imboccata, la migrante sarebbe fuggita dall’epidemia di #Ebola in #Liberia, senza gli opportuni screening.@seawatchcrew #SeaWatch pic.twitter.com/4JG5mJTF1Y
— Francesca Totolo (@francescatotolo) June 19, 2019
Liberia? Ebola-chan? Epidemia? Non risulta.
La nostra eroina è attualmente in tournée principalmente in Congo presso il confine con l’Uganda.
La Liberia è proprio da un’altra parte.