Sea Watch minaccia: “Divieto Salvini non cambia nulla” – VIDEO

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La prezzemolina umanitaria Linardi, dell’Ong Sea Watch, usata come bel faccino per le pubbliche relazioni, insiste.

“Il divieto non cambia il quadro del diritto internazionale. La Libia non è un porto sicuro”, dice.

La Sea Watch, dopo avere chiesto alla Libia un porto sicuro, si rifiuta di sbarcare il carico a Tripoli:

Prima lo chiedono, poi scappano. Speravano che dicessero di no.

A Tripoli non c’è la guerra. Ci sono scontri tra clan in una zona desertica a sud della capitale libica. Il resto della Libia è tranquillo.

Inizia la stagione estiva:

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E questo è il centro di detenzione per i clandestini nei pressi di Tripoli, dove andrebbero a finire quelli della Sea Watch:

C’è anche l’Onu!

Intanto a Tripoli. E’ assalto alle spiagge. Di villeggianti.

E’ evidente che ci stanno prendendo per il culo. Non tanto perché spaccino libici per profughi, visto che i libici non salgono sui barconi (proprio perché non esiste alcuna guerra in Libia, ma delle scaramucce tra tribù, normali a quelle latitudini), ma perché vogliono obbligarci a prendere africani e bengalesi che usano la Libia come base di transito verso l’Europa, con la bufala che non è sicuro rimandarli indietro.

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Ora, se qualcuno si mette in viaggio dalla Nigeria e dal Bangladesh per andare in Libia e prendere un barcone: sono cazzi suoi, se è ‘pericoloso rimandarli indietro’. Ma, oltretutto, non è nemmeno pericoloso. Tranne il fatto che potrebbero finire colpiti da qualche moto d’acqua.