Milano, i figli delle badanti tornano a uccidere con ferocia

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Edgar Calderon Gonzalez e aveva partecipato al Parco Lambro a una di quelle famigerate grigliate tra sudamericani, che, complice il tasso alcolico fuori controllo, finiscono spesso a botte e bottigliate.

Alla fine della festicciola sudamericana, era stato rapinato, pestato a sangue e gettato nelle acque del fiume Lambro. Il suo corpo era stato ritrovato cinque giorni dopo: omicidio.

I presunti responsabili del brutale assassinio giovedì sera sono finiti in manette. Si tratta di due salvadoregni, di 26 e 28 anni, membri del “Barrio 18”, una delle pandillas più note e pericolose. Gli investigatori sono arrivati a loro grazie alle immagini di una telecamera di sorveglianza che ha ripreso i due mentre salivano su un’auto, una Toyota Yaris, subito dopo l’aggressione.

Gli agenti lo hanno trovato a casa sua, nel quartiere Stadera, dentro il cassettone di un divano su cui i familiari si erano seduti, nel vano e goffo tentativo di non farlo scoprire. Arrestato anche il complice, in zona Bovisa, Milano Nord. Anche l’altro salvadoregno della gang “Barrio 18” ha alle spalle un tentato omicidio; ora entrambi dovranno rispondere di un crimine ancor più grave, compiuto per rubare un cellulare.

Non solo mafia nigeriana. L’Italia sta diventando un grande campo di battaglia etnico dove mafie etniche e gang si affrontano per il dominio del territorio: il nostro.

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Le gang dei latinos si stanno prendendo le grandi città italiane del nord. Lo afferma la Direzione investigativa Antimafia nella relazione semestrale relativa al primo periodo dello scorso anno, puntando il dito su ciò che accade, soprattutto, nelle periferie delle grandi città del Nord Italia.

Le gang dette pandillas, le cui fila si ingrossano ‘grazie’ ai ricongiungimenti familiari, si sono formate soprattutto nelle aree periferiche di Genova e di Milano.

Risultano composte, prevalentemente da ecuadoregni e peruviani.

Gli investigatori puntano il dito su pregresse esperienze delinquenziali maturate in patria.

La conflittualità tra le gang è alta e spesso oppone bande composte da membri di nazionalità differente, almeno nell’ispirazione.

Tra i reati di cui le gang si macchiano c’è lo spaccio di droga ma non mancano nemmeno gli scippi e le aggressioni fino al vandalismo contro beni di utilità pubblica e di proprietà privata.

Non è tempo di abrogare i ricongiungimenti familiari?

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La guerra delle gang insanguina ormai da anni le strade di Milano. Accoltellamenti, pestaggi e rivali gambizzati.

DOVE SONO E COME SONO ORGANIZZATE LE GANG DI LATINOS

Le gang più agguerrite

‘Ms13′ o ‘Mara Salvatrucha’, si è diffusa a Milano, in altre province lombarde e nella provincia di Novara. Hanno un ‘codice’ composto da un decalogo di regole, la cui infrazione può anche prevedere la pena di morte. Attivi nelle rapine da strada, nei furti e nello spaccio, gli Ms13 sono anche dotati di un violentissimo codice di iniziazione, che prevede per le donne l’obbligo di sottoporsi a uno stupro. I membri della gang si identificano attraverso un tatuaggio rituale e sono soliti contrassegnare i luoghi dove si riuniscono scrivendo sui muri la sigla della banda con la vernice spray.

I ‘Trinitarios’ sono invece una gang originaria di Santo Domingo che si ispira idealmente ai tre patrioti che resero indipendente la Repubblica Dominicana da Haiti, nel 1844. Ma a parte i richiami a presunti ‘padri nobili’, la gang è conosciuta per la sua ferocia e gestisce reati da strada come furti, rapine e spaccio di droga. Sono dotati di una struttura fortemente gerarchizzata: il codiceè’ nato nelle carceri statunitensi e si è poi diffuso anche in Europa, e si fonda su tre regole basilari, una “preghiera”, 7 “punti” e 21 “norme”. Per entrare a far parte della gang ci si sottopone a un violento pestaggio, e una volta dentro, il proprio ruolo nella gerarchia si riconosce attraverso collane di colore diverso. I Trinitarios, a differenza di altre gang simili, non ostentano tatuaggi, limitandosi a mostrare qualche volta il simbolo di una mano con tre dita aperte, che rappresenta tanto i tre presunti “patrioti fondatori” quanto la mimica della pistola.

CANI SVENTRATI PER RECUPERARE OVULI DI COCA

In tempi recenti, i ‘latinos’ sono balzati alla cronaca per un metodo di importazione della droga particolarmente crudele: nel 2013 gli inquirenti milanesi scoprirono che la cocaina arrivava nascosta nell’intestino di cani di grossa taglia, che una volta a destinazione venivano uccisi.

UNA SCIA DI SANGUE LUNGA QUATTRO ANNI

Luglio 2013: scoppiano le ‘guerre’ per il predominio in città: durante una rissa vengono arrestate 11 persone al ‘Parco Nord’ di Milano.
Settembre 2013: un altro duro colpo alla ‘Ms13′: 25 persone arrestate per rapine, lesioni, porto e detenzione d’armi.
Febbraio 2014: un giovane viene accoltellato e riprende la ‘guerra’
Luglio 2014: arrestati 13 ‘Trinitarios’. Aggressione a colpi di machete a due ferrovieri su un treno regionale.
Settembre 2014: nuovo blitz della polizia che porta all’arresto di 15 aderenti a ‘Barrio 18′ e “Ms13″

La stessa gang che terrorizza gli Stati Uniti.

E’ tempo di abrogare i ricongiungimenti familiari, Salvini: se Conchita e Mohammed vengono qui per lavorare – in quei pochi casi – non è necessario che si portino poi dietro tutto il clan. Ci vuole un’immigrazione limitata, selezionata e di lavoratori: non di famiglie allargate o presunte tali per ripopolare l’Italia. Di delinquenti e disoccupati: come le banlieus parigine da generazioni.

Ovviamente, sui giornali non vi diranno che sono figli di immigrati. Vi diranno che sono ‘milanesi’.




Un pensiero su “Milano, i figli delle badanti tornano a uccidere con ferocia”

  1. Ho avuto come un déjà vu della fine degli anni settanta e ho pensato che siccome a Milano una cadrega non si nega a nessuno forse ho già visto succedere qualcosa di simile. Compresa la frase “vi diranno che sono milanesi”.

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