Giudice accusa Patronaggio: “Sea Watch non doveva essere dissequestrata”

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Pietro Dubolino, già presidente di sezione della Corte di Cassazione, spiega perché la nave della Sea Watch non andava dissequestrata.

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E il magistrato riprende la tesi già lanciata da Vox: la probabile, se non certa, reiterazione del reato.

Quando la procura di Agrigento ha deciso di dissequestrarla, infatti, era facilmente prevedibile che sarebbe subito tornata a “raccogliere davanti alle coste libiche altri ‘migranti’ per portarli in Italia”. Dissequestrarla, quindi, è stato come dare a questi trafficanti una sorta di via libera a ripetere coattivamente lo stesso reato: una sorta di lasciapassare: basta ripresentarsi nella giurisdizione di Patronaggio.

“Non si comprende per quale ragione il comandante a carico del quale si riteneva fin da quel momento addebitabile il reato in questione sia stato denunciato a piede libero e non in stato di arresto, come la legge avrebbe imposto”, scrive il magistrato, ricordando che tale reato prevede anche la confisca del mezzo di trasporto usato per commettere l’illecito. E forse proprio per questo Patronaggio ha graziato il comandante.

“In casi come questo – accusa Dubolino – è prassi corrente di tutti gli uffici giudiziari mantenere il vincolo sulle cose soggette a confisca obbligatoria, trasformando, sulla base di talune precise norme del codice di procedura penale, il sequestro probatorio in sequestro preventivo, da mantenere fino all’esito del procedimento penale“.

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Patronaggio, invece, ha dissequestrato la Sea Watch 3 permettendole di tornare a battere il mare.

“O, all’atto in cui è stata disposto il dissequestro della nave, la procura era già giunta alla conclusione che, per quanto emerso dalle indagini, il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina fosse da ritenere insussistente, e allora, contestualmente al dissequestro, avrebbe dovuto chiedere l’archiviazione del procedimento – scrive Dubolino – oppure riteneva che il reato fosse rimasto comunque configurabile, e allora, essendo pendente il relativo procedimento penale, avrebbe dovuto chiedere la trasformazione del sequestro probatorio in sequestro preventivo a garanzia, nell’eventualità della condanna, della eseguibilità della confisca obbligatoria”.

“Se questo fosse un Paese serio – conclude Dubolino – qualcuno, nelle opportune sedi istituzionali, dovrebbe chiedere a chi di dovere le opportune spiegazioni”.

E chi, il CSM?




Un pensiero su “Giudice accusa Patronaggio: “Sea Watch non doveva essere dissequestrata””

  1. Finiamola di cincischiare e sottoponiamo tutti i magistrati a dei test psichiatrici come aveva prospettato Cossiga.
    Se lo diceva lui che era pronto a mandare i carabinieri per arrestare l’intero CSM!

I commenti sono chiusi.