Le Ong minacciano l’Italia: “Dovete farci sbarcare o Salvini rischia processo”

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Delirante minaccia dalla cupola degli scafisti umanitari contro l’Italia e il suo ministro dell’Interno:

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Da leggere per comprendere come sia in atto una vera e propria guerra. E che l’obiettivo di questi criminali sia sovvertire l’ordine democratico in Italia attraverso l’imposizione degli sbarchi:

Governando attraverso il consenso sui social invece che in sede con al fianco la consulenza di tutti gli esperti, generosamente retribuiti dagli italiani per le loro indiscutibili competenze messe a disposizione dei vari Ministeri, può anche causare la sottovalutazione legale di una frase che viene invece letta come una mera ricerca di consenso a cui dover replicare. “È vergognoso che l’Italia promuova queste atrocità e che i governi UE ne siano complici.”, è invece un messaggio che con tutta probabilità finirà agli atti di un processo. Sia questo da celebrare in Italia o presso la Corte internazionale dell’Aja. In assenza di riscontro da parte delle autorità tunisine, che hanno dimostrato di voler battere ogni record di giorni di sequestro di profughi a bordo di una nave soccorritrice, ed escluso il porto non sicuro di Tripoli che la Libia non può indicare per lo sbarco, l’unico Place of Safety nelle immediate vicinanze è quello italiano di Lampedusa. La Sea Watch 3 si trova infatti ad un paio di miglia oltre il confine con le acque territoriali italiane di Lampedusa, e vaga avanti ed indietro in attesa di indicazioni o autorizzazioni, che ovviamente non arrivano. D’altro canto, in uno dei tweet con cui non si capisce se il ministro dell’Interno governa o fa propaganda, Salvini definiva “ciondolare” quello della nave Ong e asseriva che questa “gioca sulla pelle degli immigrati, nonostante abbia chiesto e ottenuto un porto da Tripoli”. Peccato sfugga al ministro dell’Interno, a quello dei Trasporti, al presidente del Consiglio ed a tutto il Governo della Repubblica italiana, che l’Italia non può rifiutare il Place of Safety alla Sea Watch 3 e che non può “promuovere” il respingimento verso un porto non sicuro negando l’approdo in uno dei propri porti.

Secondo questo delirio, l’Italia non è sovrana. E se qualcuno raccatta clandestini in Libia, poi li può scaricare da noi. E noi non possiamo rifiutarci.

Qui siamo in presenza di organizzazioni terroristiche. Il mezzo col quale portano avanti il proprio disegno del terrore non sono le bombe, sono i clandestini.




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