L’oligarchia UE vuole costruire «Eurabia» attraverso il jihad demografico

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Ritorna in libreria dopo 14 anni il capolavoro di Bat Ye’or che ispirò Oriana Fallaci. Uno dei cavalli di Troia per cancellare l’identità giudaico cristiana del nostro continente è il Global compact sostenuto dall’Onu.

A quattordici anni dalla prima edizione di Eurabia, la scrittrice ebrea Bat Ye’or, che ispirò anche Oriana Fallaci, mette in guardia l’Europa dalla conquista islamica attraverso il jihad migratorio. Secondo la scrittrice, la “difesa delle libertà democratiche” passa attraverso la “lotta contro l’importazione della dhimmitudine (sottomissione all’islam) da parte delle élite europee”.

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E avvisa, è attraverso il Global Compact, non firmato dall’Italia, che l’Onu vuole portare avanti questa islamizzazione, attraverso una governance sovranazionale del fenomeno migratorio che porterebbe alla dissoluzione delle sovranità nazionali.

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Con la Commissione Ue e il Consiglio europeo che vorrebbero rendere vincolante per i Paesi membri il trattato che sancisce il “diritto a migrare”, Bat Ye’or accusa le istituzioni europee di continuare a promuovere l’islamizzazione del continente attraverso l’incentivo all’immigrazione dai Paesi musulmani. Un fenomeno che per l’autrice definisce “invasione”, perché, scrive nella prefazione alla nuova edizione del libro, pubblicata da La Verità, “non si riferisce a una migrazione individuale e numericamente debole, ma a masse di persone che lasciano i loro luoghi di origine per andare insieme in altre regioni”. E’ questo il punto: il numero.

L’obiettivo dei padri fondatori dell’Unione europea, spiega la scrittrice, era quello di creare, attraverso “ideologie umanitarie e pacifiste” come “multilateralismo, multiculturalismo, relativismo dei valori”, una “Europa unificata e senza confini, riconciliata con il mondo arabo” capace di “controllare il Mediterraneo e tenere a bada l’America e il blocco sovietico”. L’unione indissolubile di Europa ed Africa, si legge nel testo, avrebbe fornito garanzie ai “grandi mercati ed eliminato gli ostacoli dei nazionalismi locali all’unificazione dell’Europa e alla mescolanza”. L’esodo di massa dai Paesi musulmani verso il Vecchio Continente da una parte, e l’islamizzazione sempre più completa dei Paesi arabi con l’estromissione delle minoranze religiose storiche dall’altra, sono gli strumenti per generare questa “superpotenza euro-islamica”.

Gli appelli delle istituzioni Ue agli Stati membri per l’adozione del Global Compact, quindi, secondo l’autrice, sono da interpretarsi proprio alla luce del raggiungimento di quell’obiettivo: la fusione delle due sponde del Mediterraneo. “Questo Patto per la migrazione – accusa Bat Ye’or – è un assegno in bianco dato a un jihad pacifico, sicuro, ordinato e regolare, sponsorizzato da un califfato mondiale”. “Alcuni paesi occidentali si sono rifiutati di firmarlo, altri si sono affrettati ad aderirvi – spiega l’autrice – questo pacifico jihad migratorio è organizzato con la collaborazione di leader europei”. “Il Consiglio europeo – attacca ancora – lo sostiene finanziando una campagna di disinformazione per dimostrare che le radici dell’Europa si trovano nel Corano”.

Nel volume la scrittrice nata al Cairo ricostruisce le scelte politiche, a partire dal progetto francese della costruzione di un’alleanza geopolitica euro-islamica che contrastasse l’influenza americana in Medio Oriente, che hanno portato l’Europa a divenire preda del terrorismo islamico e a ripudiare la propria identità e le proprie radici. Tutti ciò, secondo Bat Ye’or, ha ridotto l’Europa in frantumi e condotto all’attuale scontro tra popolo ed élites. I partiti sovranisti rappresenterebbero un argine ai piani dell’oligarchia paneuropea che ora cerca di correre ai ripari costringendo i Paesi membri dell’Ue “ad attuare le raccomandazioni del Global Compact on migration (…) incoraggiando l’ arrivo ininterrotto di migranti africani”.




5 pensieri su “L’oligarchia UE vuole costruire «Eurabia» attraverso il jihad demografico”

  1. Littoria, hai ragione: una terza guerra mondiale è necessaria, soprattutto a queste generazioni di giovani che non sanno cosa vuol dire una vera “guerra”

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