La politica dei ‘porti chiusi’ avrà effetti a lungo termine meravigliosi, se non viene messa a rischio.
Iniziano a farsi sentire in modo pesante gli effetti della politica dei porti chiusi. Speriamo solo che le ultime cadute ‘di stile’ con la nave della Marina e Asso Venticinque non mettano tutto a rischio:
Trafficanti esultano: “Abbiamo costretto Salvini ad aprire i porti”
Si registra un crollo delle richieste d’asilo, diretto effetto del tracollo degli sbarchi. Secondo i dati del Viminale, dal primo gennaio al 31 maggio 2019 complessivamente le richieste sono 15.014, contro le 28.901 dello stesso periodo del 2018: un risultato clamoroso, con un calo del 48.05%.
Tra nuove pratiche e pratiche giacenti dai mesi precedenti, al 31 maggio 2019 complessivamente si hanno 64.216 domande, mentre dodici mesi fa in totale se ne hanno 135.337. Anche in questo caso in termini percentuali il calo è intorno al 50%, più precisamente al 52.55%.
E gli esiti delle richieste di asilo, con l’approvazione del decreto sicurezza e l’abolizione della famigerata ‘protezione umanitari’ (quella di Oseghale): il 20% del totale delle richieste viene accolta. Un 11% complessivo ottiene lo status di rifugiato, un 7% che ottiene invece la protezione sussidiaria, infine il 2% riceve l’ok alla domanda per motivi umanitari (residuo di richieste pre-decreto).
Sempre dal Viminale poi, arrivano poi i dati relativi al fenomeno degli sbarchi fantasma: “Nessun allarmismo. I rintracci a terra in prossimità di uno sbarco sono stati 5.371 nel 2017, 3.668 nel 2018, 737 nel 2019. Dunque vi è un calo anche su questo fronte”.
Quindi, in conclusione: le richieste di asilo crollano del 50% dopo solo un anno di ‘cura Salvini’ e di queste l’80% (diventerà 82%) vengono respinte, mentre prima con l’invenzione della ‘protezione umanitaria’ ne venivano respinte la metà.
Rimane il problema della ‘protezione sussidiaria’, da abolire.
Ripetiamo: speriamo non venga messo tutto a rischio. Ma non dimentichiamo da dove arriva la grande massa di invasori: ricongiungimenti familiari, oltre 200mila l’anno. Vanno aboliti o, almeno, resi proibitivi. O non esisterà più Italia a breve.