Per Veltroni Roma non deve essere italiana, ma multietnica

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Veltroni promise di andarsene in Africa, ovviamente, e per la gioia degli africani, è rimasto in Italia.

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A scrivere pessimi libri. Nell’ultimo rivendica l’accoglienza degli immigrati, la concessione del voto agli extracomunitari e la battaglia per la “degna sepoltura delle vittime delle tragedie dell’immigrazione”. La vocazione di Roma, secondo l’appassionato di cinema, è quella di essere una capitale multietnica. Non ha capito un cazzo, e non è strano.

La battaglia del Pd, secondo Veltroni, deve essere quella per lo ius soli e la concessione della cittadinanza a tutti i figli di immigrati che nascono in Italia.

Non è strano che Salvatore Buzzi, quello “gli immigrati rendono più della droga”, abbia fatto partire il suo business nello stesso periodo in cui l’ex sindaco spalancava le cosce della città agli immigrati. Ma Veltroni rivendica con forza il suo ruolo di pioniere dell’accoglienza.

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Fu proprio lui, nel 2008, a chiedere che venisse dato agli stranieri residenti in Italia il diritto di voto.

Se Veltroni incontrasse il vuoto cosmico, quest’ultimo si sentirebbe improvvisamente sollevato.

Vai in Africa, e portati dietro qualcuno.