Sconto di pena per lo stupratore africano di una disabile mentale

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Solo 4 anni e mezzo di carcere, con sconto di pena, per l’immigrato di 61 anni che il 25 agosto scorso, in pieno giorno, stuprò una donna italiana di 39 anni nei giardinetti del Terminal Bus di Pescara.

Il processo di primo grado, con rito abbreviato e quindi con l’automatico sconto di 1/3 della pena, si è concluso con la sentenza emessa dal gup Nicola Colantonio, che ha condannato l’imputato anche per i reati di lesioni, e falso, in quanto l’uomo risultò in possesso di un documento nel quale figurava un nome parzialmente diverso dal suo. La vittima, costituitasi parte civile, aveva chiesto un risarcimento di 50 mila euro e il gup le ha riconosciuto una provvisionale di 5mila euro. Quasi il compenso per una escort di lusso.

L’autore dello stupro, un senegalese, fu arrestato subito dopo avere compiuto la violenza.

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UNO STUPRO SURREALE -I fatti si svolsero intorno alle 14 di una calda giornata estiva, a pochi passi dal via vai di passeggeri in arrivo e in partenza da Pescara. La donna, residente a Montesilvano, aspettava il ritorno della sorella da Roma.

Alcune persone che assistettero alla scena, in un primo momento, tentarono di bloccare il senegalese, ma furono respinte dall’uomo che affermò di essere il marito della donna. La vittima della violenza, in quegli istanti, peraltro non era perfettamente lucida. Precedentemente, infatti, aveva ingerito dei farmaci, che assumeva abitualmente, essendo in cura presso il Centro d’igiene mentale.

Solo dopo diverse esitazioni i cittadini, davanti alla scena del sessantunenne ancora allungato sul corpo della donna, decisero di intervenire: l’uomo fu bloccato e immobilizzato. Altre persone, nel frattempo, allertarono la polizia. Gli agenti accorsero sul posto nel giro di pochi minuti e si videro consegnare il responsabile della violenza, che venne immediatamente arrestato. La donna, in stato confusionale, fu accompagnata in ospedale per accertamenti.

In un mondo normale non esisterebbero simili coppie, quindi nessuno esiterebbe ad intervenire timoroso di essere accusato di ‘razzismo’.