Toghe rosse aprono i porti: sbarcare in Italia è “legittima difesa”

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Secondo un giudice di Trapani dirottare una nave e dirigerla verso l’Italia è ‘legittima difesa’.

C’è un attacco concertato all’Italia da parte di un fronte che trova accomunati verso lo stesso obiettivo Mafia nigeriana, Vaticano, sinistra e toghe rosse.

Nuovo delirio delle toghe rosse.

Hanno agito “per legittima difesa”, secondo il giudice Piero Grillo. E adesso i legali dei due dirottatori hanno presentato ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo (la famigerata corte posticcia CEDU) denunciando la violazione dell’articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo sul diritto all’equo processo, sostengono gli avvocati, “da parte di Salvini e Toninelli con le loro dichiarazioni colpevoliste nei confronti di persone non ancora processate e giudicate”.

Tradotto: questi due, con altri, hanno dirottato una nave esigendo di essere portati in Italia. Questa toga rossa li ha assolti per “legittima difesa”: in pratica obbligare una nave a portarti in Italia, secondo la bizzarra tesi di questo giudice, non sarebbe reato.

Questo apre scenari agghiaccianti.

Ma adesso il Tribunale di Trapani ha ribaltato la vicenda affermando che quel gesto aveva un altro significato: “Se torniamo in Libia ci ammazzano”.

Da qui la sentenza spalanca le porte al principio di “legittima difesa” da parte dei migranti. Secondo i giudici il ritorno in Libia dei migranti metteva a rischio la stessa incolumità dei migranti. Fate attenzione a questo punto perché è sostanziale: con questa sentenza di fatto si spalancano le porte dei porti che il Viminale tiene chiusi. Infatti qualunque sbarco da una nave ong di migranti salvati davanti la Libia potrebbe essere inquadrato in questo precedente: le ong avrebbero il diritto di portare i migranti in Italia per evitarne la morte in Libia. Il tutto appellandosi alla legittima difesa. Una sentenza, quella del tribunale di Trapani, che va a disinnescare ulteriormente il decreto sicurezza bis che prevede sanzioni fino a 5500 euro per chi porta in Italia i migranti soccorsi proprio in quel tratto di mare che divide il nostro Paese dalla Libia. Insomma d’ora in poi la ribellione dei migranti che non vogliono essere riportati in Libia verrebbe inquadrata nella legittima difesa. Insomma una sentenza mette a rischio la stessa efficacia del decreto sicurezza bis che nelle ultime settimane ha cerato parecchie tensioni tra i Cinque Stelle e la Lega. Il braccio di ferro però tra i magistrati e il Viminale di certo non finirà qui…

Vai a spiegare a questa sorta di magistrato che questi in Libia c’erano andati di loro sponte, pagando.

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Il consiglio alle navi private: voltatevi dall’altra parte, quando vedete un barcone.

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Sono stati assolti dal gup, giudice Piero Grillo, i due clandestini, il senegalese Bichara Ibrahim Tuani, 32 anni, e il ganese Ibrahim Amid, 27 anni, che lo scorso luglio furono fermati e poi arrestati dalla Polizia a Trapani perché autori della rivolta a bordo del rimorchiatore Vos Thalassa che li aveva tratti in salvo in acque internazionali assieme ad altri 65 clandestini da una imbarcazione prossima al naufragio:

Vos Thalassa: clandestini in rivolta rischiavano di uccidere equipaggio

Inutile riporre fiducia nella magistratura. E’ troppo compromessa da elementi ostili all’Italia e ideologicamente terzomondisti.

Il comandante del rimorchiatore in un primo momento aveva fatto rotta verso Lampedusa ma poi richiamato dalle autorità libiche invertì la navigazione verso la Libia. Fino alla rivolta che lo costrinse a virare verso nord. La vicenda poi portò al caso “Diciotti”.

Ricordiamo:

Vos Thalassa: la nave privata che ha il vizio di scaricare clandestini in Italia – VIDEO

Ora, non ci sono alternative: se sono innocenti i rivoltosi, allora sono colpevoli quelli di Vos Thalassa che si sono inventati la rivolta per traghettarli in Italia. Tertium non datur.