Meluzzi: “Riprendiamoci Castel Volturno dalla mafia nigeriana” – VIDEO

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Castel Volturno è l’avamposto della mafia nigeriana in Italia. E’ il tumore nero dell’Italia.

Le ramificazioni criminali da Castel Volturno arrivano nel nord d’Italia.

I gruppi criminali africani controllano oggi le periferie di molte grandi città italiane, grazie alla massa di immigrati sbarcati in questi anni di Pd al governo.

La mafia nigeriana è fluida e mobile; usa fantasmi, e cioè persone senza documenti. La mafia nigeriana, si dice, gestisce il traffico di organi.

Si dice che a Castel Volturno si espiantino organi poi rivenduti al mercato nero. ‘Si dice’. Ci sono prove? No. Perché non si cercano.

Un investigatore delle forze dell’ordine spiega: “Non draghiamo il fiume Volturno perché altrimenti ne troveremmo di cadaveri senza nome, ma non finiremmo mai più; qui ci sono solo ombre”.

La mafia nera – allogena – fa il lavoro che quelle italiane non vogliono o non possono più fare: spaccio e prostituzione, soprattutto. La mafia nigeriana non concorre per gli appalti pubblici ma come tutte le mafie, le gang, tendono al denaro: un accumulo di soldi che ritorna in forma di rimesse alla casa madre in Nigeria. È un flusso di contante per comprare armi e, con queste, il potere politico. Che in Nigeria è particolarmente permeabile.

Castel Volturno è una città fantasma caduta nelle mani delle bande nigeriane che controllano prostituzione e traffico di droga. Alcuni giorni fa, in zona, un africano ha stuprato un’anziana vedova italiana in casa sua: di noote

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Raccontano che quando un «ovulatore» non riesce ad espellere la droga che ha ingerito, viene ucciso a coltellate (per evitare rumore di arma da fuoco), poi lo stesso coltello viene utilizzato per estrarre gli ovuli di droga dalle viscere. Subito dopo il corpo viene ridotto a brandelli e dato in pasto agli animali, per «cancellarlo».

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E’ la mafia nigeriana che abbiamo importato sui barconi.

E che a Castel Volturno ha la sua base europea, nelle ville che la borghesia napoletana costruì ai tempi del sogno della riviera romagnola in Campania e che oggi ha abbandonato perché il sogno è diventato un incubo.

I boss – come il padre della discobola – hanno un regolare permesso di soggiorno e un regolare contratto di affitto, tutti mandano i figli nelle scuole italiane e vanno al supermercato dove si servono anche i pochi italiani: l’unica regola da seguire è «non dare nell’occhio», rispettare tutte le formalità richieste dal territorio, evitare di ritrovarsi in assembramenti o essere coinvolti in risse perché per «fare i soldi» bisogna essere invisibili.

Poi, ovviamente, ci sono i 15mila clandestini. Che sono il loro esercito. Insieme alle migliaia di regolari e, ultimi arrivati, i richiedenti asilo che hanno fatto arrivare sulle navi delle Ong in questi anni.

Castel Volturno, disse un volontario di Gino Strada, è “il futuro dell’Europa”. Un pezzo di Nigeria con zone dove gli italiani non possono entrare: troppo pericoloso.

Ecco, se non fermiamo l’immigrazione, e quindi prima dobbiamo mettere fuorilegge le organizzazioni che li sostengono sul territorio rilasciando ‘libretti sanitari’, l’Italia del futuro sarà un enorme Castel Volturno: un incubo nigeriano.

Perché se importi africani, il tuo territorio diventa Africa. La qualità della vita la fanno le persone che abitano un posto, non la latitudine al quale quel posto si trova.

Castel Volturno ci dice che cosa può diventare l’Italia. E’ tempo di ripristinare l’ordine. Di riprenderci questo pezzo d’Italia casa per casa. Per dimostrare alla mafia nigeriana che l’Italia non diventerà la loro Nigeria in Europa.