Così i Rom sfrattavano gli italiani: «Se chiami i carabinieri ti ammazzo davanti a loro»

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Volevano sfrattare il vicino per prendersi la sua casa: «Tanto prima o poi ti ammazziamo»

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«E se chiami i carabinieri e ci denunci, ti ammazzo davanti a loro». Tutto perché marito e moglie rom della porta accanto pretendevano che lasciasse la sua abitazione per sistemarci il figlio e il nipotino appena nato, dopo aver già occupato abusivamente un altro appartamento a seguito della morte dell’affittuario. Così cercava di espandere i propri interessi immobiliari la family dello spaccio sgominata dalla Squadra Mobile di Ancona:

Ancona, spaccio, estorsioni e aggressioni: famiglia rom terrorizzava città

Ecco gli zingari integrati che escono dai campi nomadi per sistemarsi nelle case. Degli italiani. Raggi ne sarebbe orgogliosa.

L’obiettivo era: prendere il possesso dell’intera palazzina di case popolari per controllare meglio il mercato della droga al Piano. Chi era d’intralcio, gli italiani, doveva essere allontanato.

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Come il vicino del piano di sotto, tormentato per mesi nella speranza che, stremato, si arrendesse alla loro volontà e se ne andasse da un’altra parte. L’avevano preso per sfinimento.

Schiamazzi, dispetti (battevano i pugni sulla sua porta in piena notte), danneggiamenti: sono arrivati a vandalizzare gli esterni, mentre il 55enne dall’interno urlava loro di andarsene, mentre afferrava il telefono per chiamare la polizia.

E poi le minacce, ripetute ogni volta che lo incrociavano, magari al bar o per strada. «Tanto prima o poi ti ammazzo», gli ricordava il capofamiglia. E il figlio: «Se chiami i carabinieri e ci denunci, io ti ammazzo davanti a loro».

C’è anche questo nell’inchiesta che ha portato la Squadra Mobile, coordinata dal vicequestore Carlo Pinto, ad arrestare l’intera famigliola rom.

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