Immigrato espulso dopo 30 arresti: 25 anni e Salvini per cacciarlo in Tunisia

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Per lui 30 denunce ed arresti. Ci sono voluti venticinque anni e l’arrivo di Salvini per espellere un tunisino.

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Il pluripregiudicato 43enne tunisino, da oltre 10 anni disoccupato e noto per reati di truffa, rapina, spaccio di droga e violenze, è stato giudicato personaggio socialmente pericoloso e rispedito in patria. L’iter si è concluso durante la giornata di giovedì, quando il magrebino è stato imbarcato su un volo di sola andata partito dall’aeroporto di Bologna e diretto in Tunisia.

Era arrivato da clandestino nel 1994. Poi, con una delle tante famigerate regolarizzazioni, nel 1999 ottenne un permesso di soggiorno per lavoro.

Nel 2001 le nozze con una ***** locale, una padovana, un legame da cui nacquero due figlie, motivo principale della sua permanenza fino ad oggi nel nostro paese dato che lo portò ad ottenere un permesso di soggiorno per motivi familiari.

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Durante la permanenza a Padova lo straniero ha accumulato decine di denunce tra rapine, estorsioni e truffa: per quest’ultimo reato sono arrivate ben oltre 20 segnalazioni in solo un anno e mezzo. Oltre a ciò, costante lo spaccio di droga, che era divenuto la sua fonte di reddito principale dopo aver perso l’ultimo lavoro regolare nel 2008. Tutti questi crimini, uniti a della denunce per violenza domestica commessa ai danni della moglie e delle figlie, hanno spinto la questura a respingere la richiesta di rinnovo di permesso di soggiorno per motivi familiari avanzata nel 2017.

Troverà qualche toga rossa che dirà che le bambine non possono vivere senza il papà.

Arrivano come clandestini. Poi qualche governo di dementi li regolarizza perché ‘lavorano’. Poi trovano uno scarto che se li sposa e rimangono qui a vita.

Le cose devono cambiare.