C’erano tutti gli amici di Anna, nella chiesa di San Giovanni Crisostomo a Montesacro, a Roma, dove l’altro giorno si è tenuto il suo funerale.
A dare l’ultimo saluto c’era un intero quartiere. Mancava lei, la Raggi. Il sindaco dei Rom. Forse trattenuta da un improvviso conato di pudore.
Ma forse, Anna, la novantenne derubata e uccisa – finita con una sprangata in testa – in casa dai rapinatori rom, era solo un’italiana. Non meritava la visita fatta invece al clan di 14 zingari di Casal Bruciato.
Purtroppo c’era lui, il parroco: «Non bisogna seminare odio e rancore, – ha avuto l’ardire di predicare don Massimo, durante la cerimonia – La giustizia deve fare la sua strada, ma chiediamo ad Anna di aiutarci a sconfiggere il male con il bene. Ricordiamo le cose belle che lei ha fatto nella sua vita con la semplicità che l’ha contraddistinta».
Avete notato? L’unica cosa di cui si preoccupano certi preti è disarmare la reazione popolare. Eppure, Gesù non sopportava l’ingiustizia: e cosa c’è di più ingiusto di 5 zingari che vivono a scrocco e finiscono una vecchina a sprangate?
Cosa vuoi sconfiggere il male con il bene, ipocrita. Chi uccide con una spranga in testa una donna che fugge, per concludere in bellezza la serata, va solo eliminato.
Sprangata a morte, rom confessa: “Volevamo chiudere in bellezza la serata”
Anna Tomasino stava preparando la festa per il suo novantesimo compleanno, domenica sera era al telefono con un’amica quando ha sentito dei rumori e ha urlato. Uno dei rapinatori l’ha colpita alla nuca, il giorno dopo è morta in ospedale. «Lungi dall’essere una vecchietta arrendevole, era ancora desiderosa di conoscere e amare», ha ricordato il parroco.
Ognuno ha le sue priorità.
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