SeaWatch dichiara guerra, Salvini: “Vi fermeremo con ogni mezzo”

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In sinergia con la Mare Jonio di Casarini, la Sea Watch vuole tentare un nuovo blitz e sfidare le direttive italiane che hanno portato alla chiusura dei porti alle ong.

“L’Europa – è l’accusa mossa dal capo missione Philipp Hahn – sta lasciando annegare le persone come deterrente per coloro che rimangono intrapollati in Libia nei campi di detenzione in condizioni disumane e che non possono far altro che scegliere tra tortura e morte e il Mediterraneo. Finché l’Ue negherà loro un passaggio sicuro e non ottempererà all’obbligo di soccorso in mare – ha continuato – faremo ciò che è nelle nostre possibilità per salvare quante più vite possibile”.

Che non è così. Loro non salvano vite. Loro avvisano gli scafisti che mettono in mare i gommoni. Metà affondano e metà li beccano loro. E invece di portarli nel porto più vicino (Libia, Tunisia o Malta), puntano sempre l’Italia: hanno un piano politico.

A dargli man forte si è poi messa anche Neeske Beckmann, coordinatrice delle operazioni di Moonbird che ha accusato Bruxelles di “coordinare una sistematica violazione del diritto internazionale”.

L’ong esige l’apertura di un corridoio per far passare chiunque voglia raggiungere l’Italia.

“Non pensino di aiutare scafisti, imbarcare immigrati e dirigersi verso l’Italia perché verranno fermati, con ogni mezzo lecito consentito”, ha risposto Salvini. E, poi, aggiunge: “L’avviso è rivolto anche ai nostalgici dei ‘porti aperti’ presenti in Parlamento”.

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Già nelle scorse ore su Twitter l’equipaggio della ong tedesca ha subito puntato il dito contro i marinai di Tripoli. “L’equipaggio del nostro aereo da ricognizione Moonbird è stato testimone di un disperato tentativo: naufraghi che hanno cercato di fuggire da un’intercettazione e cattura da parte della cosiddetta guardia costiera libica scappando a nuoto”, si legge nel tweet che mostra i clandestini che, avendo pagato per arrivare in Italia, provano a fuggire a nuoto.

Peccato che manchi un pezzo dello storia. Le decine di clandestini hanno infatti poi attaccato i militari della guardia costiera libica durante un’azione di soccorso per il blocco navale italo-libico che sta impedendo a centinaia di immigrati, in questi giorni, di riversarsi sulle nostre coste. La gang di africani non voleva tornare in Libia.

A centinaia, in questi giorni, sono stati messi su decine di gommoni e lanciati contro l’Italia:

Italia sotto assedio: 1.100 clandestini lanciati in 3 giorni, Salvini ne respinge 900