Operatrice pagava i profughi per fare sesso: “Era amore”

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La donna, che nel centro avrebbe avuto il ruolo di cuoca, ha fatto sesso per mesi con gli ospiti, tutti presunti minorenni, del centro “La Casa di Tom”.

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In cambio di vestiti, cellulari o denaro, gli stranieri offrivano prestazioni sessuali, spesso all’interno di camere di hotel pagate dalla stessa affamata 34enne.

A denunciare il fatto nel 2015 una collega: “Ho una storia con una operatrice. Se non ci credi guarda la foto”, avrebbe riferito vantandosene il 16enne egiziano Mohamed G., mostrando delle immagini dal contenuto inequivocabile.

Ai responsabili del centro l’operatrice ‘confessò’, parlando di una storia d’amore – ora lo chiamano amore – che andava avanti da un mese.

Quando gli altri ospiti, circa una decina, vennero a conoscenza della tresca, scoppiò il caos, tutti volevano una operatrice ‘personale’, denaro extra, degli abiti di marca e un cellulare nuovo. Una situazione di palese tensione che portò anche a due gravi episodi di rissa, la cui origine venne scoperta solo una volta venuta a galla la verità.

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La 34enne decise allora di dimettersi, cosa che non le impedì comunque di continuare ad incontrare il 16enne egiziano, con cui i rapporti sessuali erano continuati all’interno di un albergo già frequentato dai due in passato. Il passo successivo della direttrice del centro, invece di denunciare la donna, fu quello di decidere il trasferimento di Mohamed presso un’altra struttura (aprile 2016).

Ma l’affamata non si era abbattuta, ed aveva ripiegato su altri due stranieri, un egiziano di 14 anni ed un tunisino di 17.

“Ho saputo in quella circostanza che non era la prima volta che si intratteneva sessualmente con gli ospiti della comunità. In particolare mi veniva riferito, come peraltro confermato da una foto girata su WhatsApp e scattata presumibilmente in un albergo, che la stessa aveva avuto intimità con un altro ospite, un ragazzo egiziano nato nel 1997, nella nostra struttura fino a febbraio 2015”.

Ora, la 34enne dipendente della struttura d’accoglienza per immigrati “La Casa di Tom” di Sant’Ambrogio sul Garigliano (Frosinone), andrà a processo, accusata di induzione alla prostituzione minorile.

Ricapitolando: è nota la depravazione sessuale di chi agisce nell’ambito dell’antirazzismo militante: sono espressioni di una stessa patologia autolesionista, dello stesso desiderio di autodistruzione.
E’ un settore minuscolo e malato della società: ma dannoso. Spesso abbiamo a che fare con omosessuali a caccia di carne fresca e, nel caso delle donne, di femmine che in altri tempi sarebbero state definite prostitute, con basso quoziente intellettivo e problemi mentali che le rendono bulimiche sessuali.




6 pensieri su “Operatrice pagava i profughi per fare sesso: “Era amore””

  1. A) Ma quale ‘patologia autolesionista’ dei miei co…oni? È la tipica fame bavosa delle derelitte snobbate dai volatili domestici;

    B) Da quando una maggiorenne può presentarsi ripetutamente in albergo con dei minorenni, senza che nessuno di chi di dovere faccia una piega?

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