Stuprata quotidianamente dal marito marocchino, anche in gravidanza. Chiusa in una stanza, a chiave. Costretta a vedere film porno e a ripetere le scene viste. Obbligata a rapporti anali che rifiutava, ma che le venivano imposti con la forza. Picchiata se usciva di casa, anche solo per andare in giardino, dove altri avrebbero potuto vederla.
Obbligata a portare il Burqa, mentre le era impedito imparare l’italiano, anche solo vedere trasmissioni televisive in italiano. Poteva solo seguire programmi in arabo, tramite la parabola che il marito aveva fatto installare nella loro abitazione. Il tutto sarebbe avvenuto tra il 2012 e il 2015.
Il marito, ovviamente, nega.
Dice che è marocchina. Il che non toglie la gravità della cosa. Anzi, se era italiana forse aveva meno rispetto.
Dove sono quelle stronze delle femministe?