La Cassazione smentisce se stessa e dichiara la retroattività per il decreto Salvini
Il dl Salvini, con la nuova normativa sui permessi di soggiorno per i richiedenti asilo, ha “applicazione immediata”: una nozione che “è connaturata al principio di imperatività della legge”, che in caso contrario finirebbe “per applicarsi solo ai rapporti ‘nuovi'” e “mai a quelli ‘in corso’ al momento della decisione”.
Questa nuova interpretazione, evidentemente giusta, della Cassazione riapre la questione della irretroattività della nuova norma sulla sicurezza e i migranti (in vigore il 5 ottobre e diventato legge), in contrasto con una precedente decisione della stessa Corte che definiva la legge non retroattiva.
Questo per dire la confusione ideologica che regna nella magistratura.
Proprio perchè sono emersi due diversi orientamenti, si ritiene necessaria una pronuncia delle Sezioni Unite della Cassazione, e per questo il collegio, con l’ordinanza interlocutoria di oggi, chiede al primo presidente della Cassazione che sia l’organo di vertice della giurisprudenza a dirimere la questione.
Perché non il Parlamento, che è sovrano?
Proprio ieri, un piccolo giudice locale aveva fatto questo:
Toga rossa iscrive clandestini all’Anagrafe, Salvini furioso: “Vergognoso, si candidi”
Illegale. Quando arriverà a giudici più seri e non ideologizzati, ma ligi all’applicazione delle leggi, la decisione verrà cassata.