Spacciatore africano spezza mano a poliziotto che sviene per dolore: libero

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Pusher arrestati e subito rimessi in libertà perché trovati con troppa poca droga per finire in carcere.

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A Padova due spacciatori extracomunitari sono stati arrestati mentre vendevano droga. Uno di loro ha patteggiato due mesi, l’altro rinviato a giudizio per il processo che si aprirà a giugno ha solo l’obbligo di firma. Entrambi sono di fatto liberi di spacciare.

Uno di loro, Sofyen Rhimi, è noto alle forze dell’ordine fin dal 2009: in passato è stato arrestato per spaccio e rapine, ha anche spezzato la mano a un poliziotto “facendolo svenire per il dolore”. Ma non lo mettono in galera. Né lo espellono.

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Anche quando ruppe la mano all’agente venne ‘condannato’ solo all’obbligo di firma. E riuscì persino a sfuggire all’espulsione, scappando dal centro rimpatri in cui era stato portato nel 2012. Nonostante questo: non lo mettono in galera, un clandestino che evita l’espulsione scappando e ha spezzato la mano ad un poliziotto.

Anche per questo Salvini vuole intervenire sulla “modica quantità” per cancellare questa via di scampo ed evitare che i “venditori di morte” possano impunemente tornare a vendere le dosi.

Ma il problema è più profondo: perché i clandestini non vengono espulsi? Anche se, nel caso degli spacciatori, preferiremmo il metodo Duterte.




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