Cassazione annulla espulsione ladro senegalese: “Deve chiedere asilo”

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La Cassazione, vera ridotta della minoranza di sinistra che elettoralmente non esiste più, e che vuole continuare a governare attraverso le toghe rosse, prosegue con le sue bizzarre sentenze a favore dei richiedenti asilo.
Dopo il caso dell’ivoriano gay e quello del pakistano in fuga da una guerra che non c’è, ecco quello del ladro senegalese.

Stop alle espulsioni decise dai prefetti, prima che la Commissione territoriale abbia esaminato la domanda di asilo, anche quando a “occhio” il richiedente sembra non avere le carte in regola per ottenerla.

Con la sentenza 11309 di ieri, i giudici della Cassazione, nell’esaminare uno dei ricorsi sempre più numerosi contro il no all’accoglienza fatti con i soldi degli italiani, hanno accolto la tesi della difesa di un senegalese espulso dal prefetto, dopo che il questore gli aveva trasmesso gli atti dando una valutazione negativa all’accoglienza. Il provvedimento era stato adottato sulla base di un foglio notizie, compilato dallo stesso richiedente in questura, nel quale spiegava di essere venuto in Italia perché orfano e accusato di furto nel suo Paese.

Ma per la Cassazione, che ha annullato l’espulsione, né il questore né il prefetto erano titolati a decidere.

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Anzi agendo così, gli organi dell’amministrazione «hanno di fatto impedito al ricorrente di ottenere dall’unico soggetto a ciò deputato (la commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale) la verifica delle condizioni di ammissibilità (e di eventuale fondatezza) della domanda che egli aveva intenzione (oltre che pieno diritto) di avanzare».

Le toghe rosse stanno sabotando le espulsioni attraverso cavilli. Poi i loro politici e media danno la colpa a Salvini perché non espelle.

Ergo: vanno vietati i ricorsi con una legge. E l’immigrazione va tolta dalle competenze della magistratura civile e messa sotto quella militare.

Non si può fare? Tutto si può fare. Del resto: le toghe rosse hanno rotto il *****. E’ tempo di ******* loro il ****.

Ovviamente, in senso metaforico. Perché la violenza non è mai la risposta, in questi casi. Siamo la maggioranza.