“Cento africani hanno stuprato la donna italiana”

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Oggi una minoranza celebra militante e iperattiva celebra il 25 aprile. Una data in cui dovremmo ricordare. E piangere. Non tanto o non solo perché non vi è stata alcune ‘liberazione’, a differenza di cosa racconta la vulgata da quasi un secolo, che ci riempie la testa di menzogne. Ma, soprattutto, perché i lutti più grandi, in Italia, non li hanno portati gli occupanti tedeschi, ma i liberatori alleati. E sia chiaro: gli occupanti tedeschi di lutti ne hanno portati.

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Si potrebbe scrivere per ore sul numero delle vittime delle marocchinate. Gli stupri di massa delle truppe coloniali francesi, alle quali, addirittura, si è permesso di riposare in cimiteri italiani e alle quali si sono eretti monumenti di ringraziamento.

Le vittime furono migliaia: giovani, anziane, bambine e bambini. Non facevano discriminazioni i famigerati goumiers, le truppe coloniali francesi sotto lo sguardo soddisfatto dei liberatori. Lo stesso sguardo che, è bene ricordare, ebbero anche i franchisti durante gli stupri delle truppe coloniali spagnole contro le donne repubblicane.

Si potrebbe scrivere, dicevamo, per ore sulla striscia di sangue e miseria che hanno lasciato mentre ci ‘liberavano’. Ma basteranno le parole dello scrittore Frédéric Jacques Temple, allora soldato dell’esercito francese.

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Scrive Temple in “Les Eaux mortes”: “Stesa sui cuscini sventrati, ancora giovane, con la gonna alzata fino al viso, un viso di cenere incorniciato da bei capelli neri. I neri, grandi e grossi, si lavoravano metodicamente quella donna aperta a forza, ora silenziosa e inerte, che aveva da molto tempo smesso di lamentarsi sotto le violente spinte. Nessuna tregua tra un uomo e l’altro. Erano più di cento, con i pantaloni abbassati e la verga in mano, in attesa del loro turno. Un ufficiale se ne stava vicino alla porta”.

Oggi non è cambiato molto. Solo che i liberatori li chiamano profughi. E gli ufficiali vicini alla porta sono i nostri politici. Oggi all’opposizione, fino a ieri abusivi al governo.

E avete ancora l’ardire di chiamarla ‘liberazione’?




Un pensiero su ““Cento africani hanno stuprato la donna italiana””

  1. Solo dei malati di mente, possono celebrare o festeggiare questo
    giorno mentre è in atto una ulteriore invasione addirittura voluta
    ed imposta da traditori della più infame specie presenti nel paese.

    Depravazione e stupidità di chi li appoggia, mai vista a questo livello e quando dico mai vista, intendo un arco di tempo molto, ma molto più ampio di quello che è possibile osservare durante una vita media.

I commenti sono chiusi.