Sarri “italiano di m…”: l’offesa non fa scalpore perché non è nero

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Maurizio Sarri sarebbe stato insultato con le parole “italiano di m…” e l’episodio sarebbe stato segnalato al quarto uomo di Chelsea-Burnley, Roger East: la denuncia arriva dal sito del Telegraph e il pezzo è firmato da Matt Law, cronista al seguito del Chelsea. Scrive Law che la Football Association, sulla base del rapporto di East, potrebbe aprire un’inchiesta e i membri dello staff del Burnley, protagonisti del fattaccio, rischiano una multa di 20 mila sterline e una squalifica di cinque giornate. Chelsea-Burnley, finita 2-2, è stata una partita nervosa in campo e con una finale turbolento: Sarri espulso nel recupero per aver abbandonato l’area tecnica, colpi proibiti in campo, due risse sfiorate nella zona di fronte al sottopassaggio con i due staff, Rudiger e David Luiz protagonisti.

La Gazzetta, presente ieri allo Stamford e testimone del turbolente finale avvenuto proprio di fronte la tribuna stampa, ha provato a verificare che cosa sia accaduto. Nessuno parla nel Chelsea, ma da dietro le quinte filtra l’ammissione che qualcuno avrebbe sentito gli insulti a Sarri e forse non solo a lui. Il più scalmanato nello staff del Burnley è stato l’allenatore dei portieri, Billy Mercer, 49 anni, carriera da calciatore tra i pali di Sheffield United, Rotherham, Chesterfield e Bristol City, nel gruppo tecnico del Burnley dal 2010. Nella foto pubblicata dal Telegraph, in cui si vede Sarri discutere con un componente della panchina dei Clarets, l’allenatore Sean Dyche ha lo sguardo rivolto da un’altra parte, mentre i suoi assistenti, Ian Woad e Tony Loughlan, seguono lo svolgimento della partita. Dietro a Dyche, nascosto, c’è un uomo in tuta con il dito puntato verso l’allenatore italiano: potrebbe essere Mercer, protagonista a fine match di un altro momento di tensione con Rudiger.

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Ci sta. Sono frasi che possono scappare in situazioni di nervosismo agonistico: ‘inglese di m….’, ‘italiano di m….’ o ‘francese di m….’: e per noi non andrebbero punite, il problema è che se avesse detto ‘negro di m….’ sarebbe stato messo al bando a vita.

Questo perché ci sono due pesi e due misure. In pratica la gravità di un’offesa dipende dalla razza dell’offeso: alla faccia del ‘siamo tutti uguali’.