Profughi se ne vanno: “Con Salvini costretti a letti a castello” – VIDEO

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Questi erano abituati alla camera singola con bagno privato. Ma la pacchia è finita.

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Si lamentano perché la pacchia è finita, i nigeriani che vivevano nel villaggio di lusso di Mineo, quello di fatto divenuta base europea della Mafia nigeriana.

Una sala con decine e decine di letti a castello, sistemati uno accanto all’altro. Sono condizioni di vita ritenute intollerabili dai finti profughi che non scappano dalla guerra, e che sono stati ora traferiti all’interno della ex-caserma Gasparro nel rione Bisconte di Messina, dopo che sono stati sgomberati dal Cara di Mineo.

Le immagini sono state girate dagli stessi richiedenti asilo, perché hanno tutti lo smartphone, e che vogliono così denunciare il sovraffollamento della struttura: “È impossibile stare lì dentro, per questo molti se ne vanno e si ritrovano per strada” si lamenta Emiliano Abramo, presidente della Comunità di Sant’Egidio a Catania, che sta seguendo il trasferimento dei fancazzisti.

Infatti, l’obiettivo è proprio che se ne vadano. Non lo avevate ancora capito? Devono capire che in Italia è finita la pacchia e passare la frontiera, verso lidi più accoglienti.

Secondo Sant’Egidio, la caserma Gasparro oggi ospita circa 300 immigrati, con una capienza massima di circa 250 posti. “I bagni sono esterni alla struttura e sono pochi per tutte quelle persone. Lì i migranti aspettano di avere il colloquio con la commissione per la richiesta d’asilo oppure aspettano la risposta alla loro domanda di protezione. Ma tanti di loro dopo qualche settimana vanno via, perché non riescono a vivere in quello stato”.

E’ quello che volevamo. E poi, se non puoi vivere come vivevano i soldati di leva in una camerata con i bagni fuori, non sei fuggito dalla guerra. Ma questo, in fondo, lo abbiamo sempre saputo.

Iniziato il 7 febbraio, lo svuotamento del centro di Mineo non è ancora terminato e sta proseguendo a ritmo serrato settimana dopo settimana. Dall’inizio dell’anno sono più di 1000 gli immigrati che hanno abbandonato la struttura. Secondo il Viminale, sono stati distribuiti tra Palermo, Agrigento, Messina, e Trapani. Si tratta di uomini maggiorenni e soli. Per famiglie, bambini e casi ‘sensibili’ la Prefettura di Catania sta cercando una soluzione alternativa. L’ideale sarebbe casa loro.

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Il 5 aprile il numero degli ospiti rimasti si è abbassato a 500 (prima dell’avvio delle operazioni gli ospiti erano 1523). “Tutto quello che mi sono impegnato a fare, lo sto mantenendo” ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini, garantendo legalità e annunciando la chiusura definitiva entro la fine dell’anno come una medaglia al petto.

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“A Mineo i bus vengono caricati con gruppi di 50 alla volta – spiega ancora Abramo – nei fatti però le cifre sono diverse, perché tanti scendono dai pullman e poi si mettono a vagare per le campagne. Alcuni proseguono il cammino verso altri stati europei”.

Via dai coglioni.

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