Il business immigrati di Emergency, mezzo milione dal PD per accudirli

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Tra le organizzazioni che hanno operato attivamente per il traghettamento dei clandestini in Libia c’era anche Emergency.

Emergency si era lanciata nel business dello scafismo privato già nel 2016. In una concorrenza all’ultimo clandestino con Medici Senza Frontiere. Collaborava con il MOAS (Migrant offshore aid station), la missione di colonizzazione finanziata dagli speculatori maltesi Regina e Christofer Catrambone, uomo d’affari che ha fatto fortuna con le assicurazioni in zona di guerra. Lui genera disordini, e poi incassa sia con le assicurazioni che con lo scafismo privato. MOAS che ora è attivo in Bangladesh, dopo che alcune inchieste delle procure italiane avevano fatto intendere che era ora di cambiare aria.

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Ma quella di Strada con Moas era un’opera di colonizzazione che interessava e ancora interessa tutta la filiera, iniziava con il raccattare i clandestini in Libia e gestiva e gestisce poi il business dell’accoglienza dopo gli sbarchi in Sicilia, fino all’assistenza sanitaria e socio-orientativa coi suoi poliambulatori e ambulatori mobili sul territorio. Una multinazionale a tutto tondo nel campo dell’immigrazione.

Il lavoro dei collaborazionisti di Emergency non si ‘riduceva’ infatti allo scafismo, proseguiva ed è attiva ancora oggi che sono scesi dalle navi delle Ong, anche sul territorio con il ‘Programma Italia’, uno dei progetti più invasivi condotti da Emergency: finalizzato a garantire assistenza sanitaria gratuita a clandestini e immigrati. Spesso con medici che, invece, si fanno pagare lautamente per ricevere pazienti italiani in ambito privato.

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Ma il debole per l’invasione di Gina Strada viene da lontano. Già nel 2006, Emergency ha aperto in Sicilia, a Palermo, un Poliambulatorio per garantire assistenza sanitaria gratuita ai fancazzisti, con o senza permesso di soggiorno: in questo modo violando la legge. Ma si sa, quando i tuoi sponsor sono politici e vescovoni, puoi farlo.

Successivamente, altri ne sono nati a Marghera (VE), a Polistena (RC), Castel Volturno (CE), Napoli e Sassari. Veri e propri magneti di degrado.

A queste strutture si aggiungono gli ambulatori mobili, che diffondono il degrado nel territorio. Dal luglio 2013, inoltre, i medici di Emergency garantiscono assistenza sanitaria ai clandestini che sbarcano sulle coste della Sicilia. E attenzione, l figure che garantiscono la continuità e l’organizzazione del servizio, non sono volontari: vengono pagati.

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C’era un tempo in cui Emergency si occupava di vere vittime delle guerre. Potevate essere o meno d’accordo con le idee politiche del fondatore, ma aveva uno scopo nobile. Ora, questo scopo non c’è più, è rimasto il business e il collaborazionismo con l’invasione: scaricano, ogni giorno, giovani maschi africani in cerca di fortuna a casa nostra. E poi ne facilitano la permanenza con loro rete di ‘assistenza al clandestino’ nel territorio. In un mondo normale, loro, come MSF, dovrebbero essere fuorilegge.

Invece, nell’Italia del PD, vengono finanziate con i soldi delle tasse. Nel corso del 2016, infatti, il ministero dell’Interno, alla voce «pagamenti», ha inserito circa 264mila euro, divisi in due tranche (da 108.438,02 euro e da 159.952,32 euro) che ha dato per quattro mesi tra marzo e agosto alla realtà fondata da Gino Strada, che ne aveva già ricevuti 266.202 euro nel 2015.

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Dal Viminale, prima di Salvini, fecero sapere che i finanziamenti sono stati dati perché l’ente «è stato individuato a ragione della sua organizzazione operativa, della sua esperienza internazionale, nazionale e regionale in tema di assistenza a favore delle popolazioni migranti e a supporto delle strutture pubbliche su cui grava l’onere della tutela della salute». Tra i compiti di Emergency c’era «quello di facilitare buone pratiche in tema di assistenza sanitaria di base, educazione sanitaria, prevenzione e corretta informazione». Gli interventi più consistenti sono stati attuati in Sicilia (115mila prestazioni effettuate) con sportelli di orientamento socio sanitario, poliambulatori, cliniche mobili, ecc.).

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La partnership, con i medici di Emergency a bordo della nave dell’Ong Moas è comunque durata poco, appena un paio di mesi. Per una questione di soldi, come ammise poi lo stesso Strada in un’intervista televisiva:

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«L’interruzione della collaborazione – spiegarono da Moas – è avvenuta quando abbiamo lanciato un’operazione con Croce rossa italiana. I partner operativi contribuiscono al costo della missione. Non necessariamente Emergency dava pochi soldi, ma sono state fatte valutazioni di tipo operativo e strategico». In seguito anche il rapporto con Cri era finito: «Ora usiamo un team di nostri medici, in futuro vedremo».