Elezioni Ue, Kyenge chiede il voto ai pakistani: “Italia accolga tutti”

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Cécile Kienge ci riprova. Dopo una legislatura a Bruxelles, l’ex clandestina e ministro per l’Integrazione è di nuovo tra i candidati del Pd alle elezioni Ue.

Ieri ha molestato i cittadini con un tour in Alto Adige. Dapprima a Bressanone – Casa della solidarietà – poi pranzo con la comunità pachistana. Infine un convegno nel capoluogo organizzato dalla Rete per l’integrazione delle comunità straniere. Insomma, cerca il voto etnico, è evidente.

Perché, in fondo, come ha ricordato lo psicologo sociale Fernando Biague «dobbiamo abituarci ad una società “colorata”, tenendo presente che l’uomo ha un’unica razza». Certo, come no.

Ma allora come la mettiamo con le politiche portate avanti dall’attuale governo? «Sono contro la Costituzione che afferma la necessità di farsi carico di chi fugge dalle guerre. Pensate all’attuale situazione in Libia, alla guerra in atto, sono persone che hanno diritto all’accoglienza», così l’eurodeputata del Pd.

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«Si confrontano una visione progressista ed una apocalittica della migrazione», spiega Kienge. Una politica, la sua, contrasseganta dalle 5 P. Persone, pianeta, partenariato, prosperità e pace. Ne manca una sesta che le sintetizza tutte: puttanate.

«Si sta lavorando già al piano 2021-2027 e l’ottica del territorio all’interno della Ue ha una sua rilevanza», ancora Kienge.

E poi c’è lo «ius soli». «Il percorso per l’ottenimento dei pieni diritti di cittadinanza della popolazione italiana di origine straniera mira a cancellare le ingiustizie politiche ed a portare progresso sociale, economico e politico al nostro Paese», chiude Cécile Kienge.

Ancora: questo non è il tuo Paese.

La foto in alto dice tutto. Sia per i ‘nuovi italiani’, sia per il personaggio a sinistra che regge il moccolo.