Reggio è letteralmente invasa dagli spacciatori africani, il Pd pensa ai bagni per i trans. La fine della sinistra non sarà tragica, ma comica.
Bagni ‘gender free’ in municipio, aggiunta di una terza opzione di genere sui questionari con la casella ‘altro’ oltre all’opzione maschio/femmina, adozione di un linguaggio inclusivo e possibilità per lavoratori degli enti aderenti di utilizzare l’alias in caso di fase di cambio di sesso.
Sono i bizzarri impegni assunti tramite un protocollo firmato oggi a Reggio Emilia per “contrastare le discriminazioni verso gli orientamenti sessuali degli Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali)”. Per i promotori è il primo del genere in Italia. Non avevamo dubbi che iniziassero dalla città di Delrio.
Il protocollo è stato siglato, alla presenza anche dell’assessore regionale alle pari opportunità Emma Petitti, da diversi enti istituzionali – tra cui Comune e Ausl – della città in cui tre anni fa si è celebrata la prima unione gay del Paese.