Salvini ordina respingimento nave Casarini: ecco la direttiva

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Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha inviato una direttiva ai vertici delle forze dell’ordine e al capo di Stato Maggiore della Difesa in cui dispone ”di vigilare affinché il comandante e la proprietà della nave Mare Jonio” si attengano alle ”vigenti normative nazionali ed internazionali in materia di coordinamento delle attività di soccorso in mare e di idoneità tecnica dei mezzi impiegati” per questa attività. Nell’intimazione il ministro sottolinea come questa attività ”può determinare rischi di ingresso sul territorio nazionale di soggetti coinvolti in attività terroristiche o comunque pericolosi per l’ordine e la sicurezza pubblica, in quanto trattasi della totalità dei cittadini stranieri privi di documenti di identità e la cui nazionalità è presunta sulla base della rispettive dichiarazioni”.

Nella direttiva del Viminale si sottolinea che “il rispetto e la salvaguardia della vita umana in mare comportano l’obbligo di applicare le vigenti normative internazionali, evitando ogni comportamento che concorra alla determinazione di situazioni di rischio per la vita umana e ad incentivare i pericolosi attraversamenti via mare da parte di immigrati”.

Inoltre si considera che “gli interventi da parte di imbarcazioni private in determinate e circoscritte aree di mare, che si risolvono nel preventivato ed intenzionale trasporto dei migranti verso le coste europee, concretizzano, anche per le attività di pubblicizzazione, una cooperazione ‘mediata’ che, di fatto, incentiva gli attraversamenti via mare di cittadini stranieri non in regola con il permesso del soggiorno e ne favorisce obiettivamente l’ingresso illegale sul territorio nazionale”. Inoltre va considerato che le “strategie criminali dei trafficanti di migranti”, sfruttano l’attività in mare svolta da “imbarcazioni private che non hanno titolo e legittimazione a porre in essere azioni idonee al contrasto del traffico illecito”.

Il ministero rileva anche che ”imbarcazioni battenti bandiera italiana o estera hanno svolto le descritte attività sistematiche di prelievo in mare di cittadini stranieri in aree che, ai sensi della vigente normativa internazionale, non rientravano nella responsabilità Sar (Search and rescue) italiana e che tali imbarcazioni hanno rifiutato il coordinamento Sar delle Autorità straniere legittimamente responsabili ai sensi della vigente normativa internazionale ovvero non hanno ottemperato alle istruzioni emanate dalle suddette Autorità”.

In particolare in relazione all’imbarcazione ‘Mare Jonio’ il Viminale rileva che “nell’ambito di un precedente intervento in acque di responsabilità Sar non italiana, non ha ottemperato alle istruzioni di coordinamento Sar delle Autorità estere legittimamente titolate ai sensi della vigente normativa internazionale”.

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Inoltre nell’intimazione si sottolinea che “l’imbarcazione nella circostanza indicata, tuttora oggetto di accertamento nell’ambito di un procedimento penale, ha richiesto l’assegnazione del porto di sbarco alle Autorità italiane in maniera strumentale, dirigendo la navigazione in via preordinata e deliberatamente verso le coste italiane anche in assenza di ogni autorizzazione o presupposto di legge al riguardo, nonostante la consapevolezza del comandante che, sulla base della vigente normativa internazionale, non sussistessero i presupposti di diritto e di fatto per investire le Autorità italiane”.

In particolare considerato che “da dichiarazioni pubbliche, si evince l’intenzione di condurre una nuova analoga attività da parte della ‘Mare Jonio’ che, se attuata, integrerebbe una deliberata violazione delle normative internazionali e della legislazione interna, finalizzata al preordinato trasferimento in Italia di migranti in condizione di irregolarità” e rilevata l’esigenza di prevenire questa “attività illecita” il Viminale dispone di “vigilare affinché il comandante e la proprietà della Nave Mare Jonio” in primo luogo “si attengano alle vigenti normative nazionali ed internazionali in materia di coordinamento delle attività di soccorso in mare e di idoneità tecnica dei mezzi impiegati per la citata attività”.

In secondo luogo il Viminale dispone che il comandante e la proprietà della Nave Mare Jonio “rispettino le prerogative di coordinamento delle Autorità straniere legittimamente titolate ai sensi della vigente normativa internazionale al coordinamento delle operazioni di soccorso in mare nelle proprie acque di responsabilità dichiarate e non contestate dai paesi costieri limitrofi” e che “non reiterino condotte in contrasto con la vigente normativa nazionale ed internazionale in materia di soccorso in mare, di immigrazione, nonché con le istruzioni di coordinamento delle competenti autorità”.

Nella direttiva si fa particolare riferimento alla Mare Jonio, la nave di Casarini. La reiterazione dell’ultima violazione comporterà la perdita di bandiera, perché indicherebbe un uso diverso da quello previsto non casuale ma abituale: