Pamela, amica: “Uccisa da chi ha messo i profughi in hotel” – VIDEO

Vox
Condividi!

Ora che è in svolgimento il processo al profugo Oseghale, con i suoi due complici e colleghi a cui è stata dimezzata la pena per spaccio, è importante ascoltare la drammatica, ma lucidissima testimonianza, dell’amica di Pamela, Carola: “Dopo la morte di Pamela, ho paura di uscire da sola”.

“Noi andiamo da soli da quando abbiamo 13 anni e io, che ho 20 anni – ha detto – ho paura che qualcuno mi possa sbucare dal nulla per il semplice fatto che passo spesso per la stazione Termini. Vedo tutte persone che dormono lì e passano lì con le birre in mano e possono lanciarmi qualsiasi cosa in qualsiasi momento”.

VERIFICA LA NOTIZIA

“Io ragazza di 20 anni, non posso vestire come voglio, – ha attaccato – mentre 20 anni fa questo non succedeva perché le persone erano libere e non avevano paura di girare sole. Ora, invece, ho il fiato sul collo perché non posso permettermi di uscire con una guardia del corpo”.

E infine: “Non è giusto che Pamela abbia fatto quella fine per colpa di certi cretini che noi continuiamo a far venire e li mettiamo negli alberghi mentre gli italiani vivono per strada”.

E riparlare del giro di prostituzione minorile a Macerata gestito da nigeriani per conto di ricchi parassiti locali che, di solito, i media definiscono ‘società bene’.

Vox

A procurare carne fresca a queste ‘persone’ sarebbero immigrati nigeriani, dediti al traffico di stupefacenti. Come quelli che hanno fatto a pezzi Pamela.

Questo quanto venne denunciato da una ragazza, che nel servizio resta anonima e che denuncia fatti avvenuti circa 10 anni fa quando, drogata, sarebbe stata condotta in un casolare in campagna e lì stuprata:

Una situazione che la vittima ha anche denunciato all’epoca ma che è stata archiviata senza nessuna attenzione e che, dopo l’orrore di Pamela, la ragazza aveva deciso di raccontare ai microfoni.

Potrebbe essere un altro motivo dietro al quale si nasconde il sostegno dell’alta società per l’immigrazione.