La vicenda delle frittelle:
Regala una coda tragicomica. De Marchi, il consigliere mantovano che, da privato cittadino, aveva deciso di regalare frittelle ai bambini italiani, dopo essere stato linciato dai media a suo tempo, è stato querelato dal cosiddetto Comitato immigrati per propaganda discriminatoria e diffamazione. Il consigliere Fdi ribatte: “Solo un attacco politico, chiarirà tutto la magistratura”. Ma cosa c’è da chiarire, ora è obbligatorio regalare frittelle agli immigrati?
Aleksandra Matikj, presidente di un’associazione genovese dal nome altisonante di Comitato per gli immigrati e contro ogni forma di discriminazione, nota per denunciare chiunque respiri e trovarsi sempre bocciata da magistrati che non la reggono più, ha presentato querela contro per ‘propaganda discriminatoria e diffamazione’. Per le frittelle.
Dalla sua De Marchi, che ha appreso della cosa da Facebook, taglia corto: «Non ho fatto proprio niente, non c’è stata alcuna distribuzione di frittelle. È una strumentalizzazione politica da parte di una signora che rappresenta rom e immigrati. Ci penserà la magistratura a chiarire le cose. Aspettiamo, sono fiducioso».
«È la prima volta che in Italia i bambini, solo perché nati in un altro paese, vengono discriminati e isolati in questo modo, tanto discriminatorio quanto vergognoso, per lo più pubblicamente» sostiene nel documento la signora.
Le ipotesi di reato a cui fa riferimento la denuncia sono l’articolo 604 bis del codice penale (“Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa”) e 595 comma 3 (“Diffamazione a mezzo stampa”).
«La signora non sa – conclude De Marchi – che da nove anni aiuto con pacchi alimentari cinque famiglie bisognose». Bisognose e italiane, naturalmente. Non dirglielo, o ti denuncia ancora!