Simone non c’era, c’erano però i cittadini di Torre maura
Sono calati i radical chic, questa mattina, a Torre Maura. Presidio pro-zingari di Pd, Anpi, Cgil e sigle varie.
Erano lì per difendere la scelta del Comune di Roma di trasferire 70 rom in una struttura del quartiere, fino ad allora adibita a centro d’accoglienza per richiedenti asilo e poi quasi svuotata grazie ai porti chiusi.
Il presidio cosiddetto antifascista, anche in risposta alla manifestazione di CasaPound, e ieri sera di Forza Nuova:
A #TorreMaura per sostenere la sacrosanta battaglia vinta dai residenti. Chi fomenta odio non è #CasaPound ma chi amministra questa città e porta 60 rom in un quartiere dove le case popolari cadono a pezzi. CasaPound nelle periferie c'è sempre stata e ci sarà sempre. pic.twitter.com/ZC9rgGJbOJ
— Luca Marsella 🇮🇹 (@MarsellaLuca) April 6, 2019
Ma la reazione della gente non si è fatta attendere: “Quando vi abbiamo chiamato avete sempre risposto con arroganza. In questi ultimi giorni dove eravate? Qui non abbiamo visto nessuno” chiede una donna a Matteo Orfini. “Dove eravamo prima? Tutte queste sigle rispettabilissime dove stavano prima? Abbiamo lasciato spazio alle ultradestre”, fanno eco altri due residenti.
“Veltroni, Rutelli, Marino, qui nessuno ha fatto niente. Le periferie fanno schifo, ve ne dovete annà”, urla un signore contro Emmanuele Fiano.
Ma del resto, cosa dire a chi è così:
Tra analfabeti, membri più o meno consapevoli di ArciGay, anziani prelevati dall’ospizio a forza dalla Cgil e pariolini che si fingono del posto, se non: avete già perso.
Viva i Rom, ma non nel mio quartiere.
Viva il libero mercato, ma non per la mia radio.
Viva le culture del mondo, ma non la mia.
Viva l'austerity, ma non con i miei soldi.
Viva il precariato, ma non per mio figlio.
Viva la democrazia, ma non contro le mie idee.La sinistra 🇪🇺🏳️🌈
— Matteo Brandi (@mat_brandi) April 6, 2019