Said doveva essere in carcere, libero per errore

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Non doveva essere libero Said Mechaquat, il ventisettenne marocchino con cittadinanza italiana che ha confessato l’omicidio per sgozzamento di Stefano Leo.

Era stato condannato a un anno e sei mesi per maltrattamenti in famiglia (pestava moglie italiana e figlio) con una sentenza, diventata definitiva, che per lui comportava la carcerazione.

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Ma a causa di un ritardo nella trasmissione dei documenti dalla Corte d’appello alla procura presso il tribunale, era libero. Complimenti.

Said non aveva infatti ottenuto la condizionale per via dei suoi precedenti. Inoltre non aveva diritto a chiedere subito misure alternative per via del coinvolgimento di un minorenne nella vicenda. La condanna di primo grado, del 2015, era diventata irrevocabile perché il ricorso era stato giudicato inammissibile dalla Corte d’appello.

Ma, soprattutto, se non fosse stato italiano, poteva essere stato espulso: è questo il dramma di dare la tua cittadinanza agli immigrati. Non te li togli più di torno anche se delinquono.