Said, l’immigrato di seconda generazione che odia gli italiani: “Torino doveva pagare”

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Said Machaouat, nuovo italiano nato in Marocco, non odiava solo i maschi bianchi e italiani. Odiava anche la città che lo aveva accolto quando aveva pochi anni: «Ho pensato anche di uccidermi – ha detto – poi ho trovato più giusto far pagare a Torino quello che Torino mi aveva tolto».

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Gli ultimi istanti di vita di Stefano Leo sono scanditi da queste immagini che ritraggono Said Mechaquat, il 27enne assassino di Stefano Leo che ha confessato il delitto domenica 31 marzo 2019, in piazza Vittorio mentre cammina con una borsa in mano.

Altre telecamere, pochi minuti dopo lo inquadrano mentre tiene nella mano destra la borsa (contenente il coltello che avrebbe utilizzato per commettere il reato) e intanto corre via lungo i Murazzi, in direzione del Valentino, dove pochi giorni dopo, un altro africano avrebbe stuprato una ragazzina. In quegli stessi istanti Stefano proverà ancora, inutilmente, a chiedere aiuto ad alcuni passanti in strada, con la gola aperta, prima di accasciarsi a terra. E morire, a 34 anni, perché un nuovo italiano voleva uccidere un italiano.

Nella mattinata di mercoledì 3 aprile Said Mechaquat, durante l’udienza di convalida del fermo, ha ammesso l’omicidio e poi si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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Nel primo pomeriggio di oggi il gip Silvia Carosio ha convalidato il fermo e quindi Said Mechaquat resta in carcere con l’accusa di omicidio volontario premeditato formulata dai due pm titolari del fascicolo di inchiesta, Enzo Bucarelli e Ciro Santoriello.

«L’ho visto, mentre camminava spensierato ed il viso sorridente, cosi mi sono detto: eccolo, è lui. Ero seduto su una panchina lungo il Po e appena l’ho guardato, ho deciso di ammazzarlo. Ho voluto colpire un bianco, basandomi sul fatto ovvio che giovane e italiano avrebbe fatto scalpore. Mi bastava che fosse italiano, uno giovane, più o meno della mia età, che conosce tante persone con le quali va a scuola, che ha due genitori che si preoccupano per lui. Se fosse stato un vecchio, non avrebbe fatto altrettanto scalpore, ma soprattutto doveva essere un italiano e così l’ho sgozzato».

C’è tutto l’odio degli immigrati di seconda generazione verso di noi, in queste parole.

Ci odiano perché gli abbiamo accolti. Hanno annusato la nostra debolezza.




Un pensiero su “Said, l’immigrato di seconda generazione che odia gli italiani: “Torino doveva pagare””

  1. Sono geneticamente meno intelligenti e non potendo competere con gente piu sveglia di loro, i bianchi, danno la colpa al razzismo dei loro fallimenti. Spiegategli che il razzismo non c’entra niente, il destino di un uomo sta scritto nel DNA.

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