Appendino cerca casa a 350 coinquilini stupratore

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In una della palazzine occupate dell’ex-Moi, quella arancio, viveva Gueladje Koulibaly, l’africano che ha violentato una ragazzina di 17 anni al parco Valentino di Torino.

Lavapiatti in un McDonald’s in Belgio, interprete in un centro per immigrati, volontario in un centro per disabili, volontario in una biblioteca in provincia di Gorizia, poi studente in un centro culturale per stranieri a Ginevra. Prima di emigrare dalla Guinea, il liceo, un anno all’università. Nel curriculum formato europeo di Guéladje Koulibaly, compilato tempo fa con l’aiuto di volontari, c’è tutto questo. Poi, lo spaccio, il carcere, l’espulsione (mai eseguita), la molotov contro la discoteca che non gli aveva restituito il pallone, la violenza sessuale.

E le palazzine olimpiche del Moi. Lì viveva almeno fino al 16 marzo Koulibaly. Lì a fine gennaio è stato ucciso Andrew Yomi, 33 anni, massacrato sotto il peso di un bilanciere da palestra da un membro della mafia nigeriana, Micheal Umoh. Lì venne stuprata una bambina disabile italiana.

Ma invece di sgomberare le centinaia di abusivi che occupano un bene pubblico da anni, si cerca loro casa. Agli stupratori.

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Il prossimo tavolo interistituzionale – andate a fare in culo – sul futuro del complesso olimpico è programmato per il 10 aprile.

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Il nuovo bando del Comune a cinquestelle, quelli per la ‘legalità’, aperto alle cooperative che potranno offrire la propria disponibilità ad accogliere sedicenti profughi africani, sarà completato in modo da poter gestire anche un’eventuale liberazione complessiva: trecentocinquanta occupanti abusivi presunti.

Quando uno Stato aspetta di trovare case nuove a dei fottuti delinquenti per sgomberarli, non è più uno Stato. E’ una puttana.

Cosa faremmo noi? Questo:




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