Nomadi intercettati: «Ti insegno io a rubare in casa degli italiani»

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«Ti insegno io a rubare in casa degli italiani, ma non devi avere paura»

Ore e ore di intercettazioni dei carabinieri del Nucleo investigativo, che hanno portato alla luce un mondo, quello dei Sinti, i cosiddetti nomadi con cittadinanza italiana.

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Un esempio della mentalità dedita all’illecito, evidenziata anche dal giudice che ha emesso le ordinanze di arresto, emergere da un colloquio registrato: 2 sinti parlano del Primo Maggio 2017 e uno dice all’altro «eehhh, oggi ci voleva il sole … che la gente usciva e le case erano libere». Poi, i due si salutano e l’altro afferma: «vado a manghele (rubare) di là … e passo da loro».

Ecco, per gli zingari noi siete mucche da mungere. E la cosa spassosa è che invece di rimandarli da dove sono venuti, li manteniamo anche. Li tolleriamo.

CASE E BANCOMAT Innumerevoli, poi, i furti in abitazione commessi a Monticelli, Villanova, Pontenure. Tra i colpi, risalta quello della borsa di una donna dall’auto, a Monticelli. Moreno Armeni, uno dei big dell’organizzazione (gestiva le operazioni sul terreno e coordinava uomini e donne durante le razzie), è ritenuto il responsabile del furto. Nella borsa c’erano due bancomat – e purtroppo anche il numero di codice – e il giorno dopo a Caorso sono risultati sette prelievi per un totale di 1.750 euro. In questa e in altre occasioni, i testimoni avevano sempre visto, o annotato anche il numero di targa, della “famigerata” Uno bianca che apparteneva ad Armeni.

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L’uomo è poi protagonista di un episodio dove spunta la presenza di un’arma e delle munizioni. Durante una lite con il capo Bramante, quest’ultimo lo accusa di non aver fatto abbastanza, cioè trovare soldi, per assistere i sinti finiti in carcere. Bramante si vantava di aver invece scelto un avvocato che era riuscito a non far condannare a una pena pesante uno della banda. Armeni, invece, rinfaccia a Bramante di avergli bruciato l’auto. Al telefono, i carabinieri sentono Armeni dire a Bramante «vediamo c’ho il ferro … su Rocco! Vai a finir male anche tu. C’ho un ferro così sulla macchina». E ancora, rivolto a un altro sinti: «Andiamo a far casino in giro… rubare no? Ti insegno io in tutte le case, ma non devi avere paura. Andiamo a monghè con la pistola… andiamo». Dopo un colpo in casa a Mortizza – 1.400 euro in contanti e due assegni – Armeni e Isabella Fulle parlano di come dividere il denaro e alla fine lei commenta: «Siamo grandi (poi ride)».

Gli esempi sono decine. Il furto in casa di un romeno vede una lunga pianificazione. I fratelli Fabrizio e Salvatore Maggio stanno svolgendo lavori edili e di tinteggiatura in casa del romeno. «Io domani gli devo ciulare le robe al romeno» dice Fabrizio riferendosi a un mobile pieno di «non so poi se è oro» con monili, swarovsky e altro. Il giorno dopo Fabrizio chiama la moglie Clarissa Armeni: «Già le ho prese due cose piccole…un orologio e un bracciale, una collana piccola piccola». I due poi discutono se si tratti di oro o meno.

I SUPERMERCATI Come tutte le famiglie, anche i sinti devono provvedere alla spesa. Naturalmente, passando il meno possibile alla cassa. Le intercettazioni rivelano una specie di manuale del furto. Si prende la carne, ma si paga solo il pane e il latte. Si rasenta l’incredibile, quando due uomini sinti in auto parlano che uno di loro deve andare dai carabinieri perché è stato convocato. Poi riflette: se mi volevano arrestare non mi telefonavano. Il suo compagno conclude che allora va al supermercato con il cappuccio e ruba.

TECNICA DEL FURTO DI CARNE Saccheggio a Caorso. Dopo un furto al Famila ci si sposta al DPiù. Tre persone in auto. Discussione se il metal detector alle casse rileva gli oggetti dall’ombelico in su. Segue un saggio sulla tecnica: «Perché al DPiù l’unico modo per pigliare la carne… sai come fa Salvatore? Si porta il sacchetto del pane, prende la carne e la mette dentro al sacchetto del pane, levando l’etichetta quella della carne. Apre la vaschetta della carne e toglie via questo e poi giustamente cosa fa? Prende il sacchetto del pane, le borse quelle trasparenti, le avvolge dentro e minchia esce con le vaschette con le ali di pollo, minchia devi vedere… parmigiano». In seguito verrà spiegata la tecnica di chi ha la pancia: nascondere sotto al ventre le costine di maiale è facile. Addirittura ce ne stanno due confezioni.

A capo della gestione di chi è detenuto c’è Bramante. Lui è il grande saggio che gestisce bene queste cose. Vengono chiesti soldi un po’ a tutti i sinti e se qualcuno reclama, Bramante interviene con durezza. Si sceglie l’avvocato e si decide anche quanto pagarlo. E alcuni avvocati vengono criticati perché non fanno nulla, mentre altri sono considerati bravi perché seguono i vari sinti in cella, riescono a ottenere di farli uscire o mitigano le pene ai processi.




Un pensiero su “Nomadi intercettati: «Ti insegno io a rubare in casa degli italiani»”

  1. Le “tecniche” dei nomadi suggeriscono un dettaglio sul quale nessuno ha il coraggio di parlare chiaro: con tutte le telecamere e gli addetti alla sicurezza, possono riuscire a rubare solo con la complicità del personale dei negozi, altrimenti sarebbe impossibile.
    Per coincidenza, praticamente tutti gli inservienti sono migranti, o comunque facce da poco di buono, sicurezze comprese.
    Se due piu due fa ancora quattro…
    Il caso del nigeriano assunto durante il periodo natalizio al Bennet di Biella per “aumentare il livello di sicurezza” è esemplare: è stato beccato a rubare, ovviamente.
    Non so come si possa essere più stupidi, lo step successivo sarà quello di far entrare nomadi e migranti nelle forze dell’ordine e nell’esercito…

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