Il parroco sta con la Lega: «Basta assistere migranti, giusto cacciarli»

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Non la maggioranza dei preti è piegata sulle posizioni nichiliste e post-moderne di Bergoglio sull’immigrazione. Ad esempio, a Como, c’è un prete che mesi fa si schierò dalla parte del sindaco leghista che cacciava i ‘profughi’ molesti.

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«[…] mendicanti, la maggior parte di loro, vista l’età, potrebbe tranquillamente lavorare». Sul sito ufficiale della chiesa di Grandate, comune della provincia comasca, il parroco don Roberto Pandolfi, si schierò al fianco del primo cittadino di Como Mario Landriscina, nel mirino della sinistra per il suo provvedimento anti-accattonaggio.

«Sono a Como per parecchie commissioni – scrisse nel bollettino parrocchiale – Posteggio la macchina al parcheggio del mercato coperto in via Sirtori. La macchinetta per il tagliando è presidiata da una giovane zingara che comincia a enumerare i figli e le loro problematiche di salute che richiedono il tuo immediato intervento economico. Arrivo davanti all’entrata del mercato e mi trovo davanti tre baldi giovani africani, che ti chiedono l’obolo e nelle pause tra un cliente e l’altro telefonano con telefoni fantastici. Uno di loro veniva quasi tutti i giorni a san Giuliano e dopo aver partecipato alla messa si metteva alla porta della chiesa con il cappellino in mano. Abita a Saronno e ogni giorno prende il treno per venire a Como a ‘lavorare’. Per curiosità, guardo anche l’altro ingresso del mercato, in via Mentana, e sto per qualche minuto a osservare i tre giovani africani che sorvegliano le entrate. Questi sono più pedanti e insistenti, rispetto a quelli di via Sirtori, e puntano in particolare le donne anziane».

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«Certe situazioni sono difficili da gestire e qualcuno dovrà pur pensare a qualche soluzione che non sia quella del servizio di ristorazione e di alloggio, come se una città fosse un albergo che offre pensione completa gratis. E forse sarà anche il caso di pensare se non siano inopportuni, a lungo andare, tanti interventi di supplenza assistenzialista che non cambiano nulla della situazione di disagio».