Affidano bambine al profugo: lui le stupra, violentata a 11 anni

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Hanno affidato delle bambine fragili ad un immigrato, operatore di una comunità della provincia di Vercelli, lui le ha ovviamente stuprate. Poi è fuggito: preso mentre fuggiva in Francia.

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Aveva saputo di essere indagato per il reato di violenza sessuale aggravata su due ragazzine minorenni, stava per prendere un autobus diretto a Parigi con biglietto di sola andata, ma la Polizia Polizia di Stato di Vercelli l’ha bloccato prima che potesse sparire.

Si tratta di un somalo, accusato di aver violentato due minori, di 17 e 11 anni.

La drammatica telefonata di una 17enne – L’attività investigativa è nata da una segnalazione notturna disperata ed accorata effettuata dalla ragazzina diciasettenne che era riuscita a confidare in lacrime le violenze subite al numero di emergenza minori “114”.

La telefonata era stata poi bruscamente interrotta, facendo temere un imminente pericolo. Era stata quindi contattata la Squadra Mobile della Questura di Vercelli che immediatamente si era recata nei pressi della comunità sita nella provincia vercellese e specializzata proprio nella tutela di minori vulnerabili.

Gli operatori della Polizia di Stato avevano immediatamente soccorso e trasferito lei e la sua sorella gemella (anche lei ospite della struttura e testimone dei fatti) in un luogo protetto. Nel contempo sono state acquisite in maniera discreta le prime informazioni per avviare le indagini.

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I successivi accertamenti hanno permesso di individuare un’altra vittima di abusi sessuali (di soli undici anni) e di focalizzare l’attenzione sul responsabile.

Si trattava appunto di un 36enne somalo al quale era stato concesso lo status di rifugiato politico nel 2008.

Quest’ultimo, regolarmente assunto in più strutture specializzate proprio nell’assistenza di minori in difficoltà, approfittando della propria posizione e di particolari occasioni in cui le vittime apparivano ancor più fragili ed indifese, aveva costretto le ragazze a subire atti sessuali.

La struttura in questione creata appositamente per fornire aiuto necessario a persone in gravi difficoltà si è tramutata in incubo per alcune delle ragazzine presenti, già provate da storie di vita spesso complicate. Diverse erano state le richieste d’aiuto che però erano rimaste inascoltate.

Incredibile. Affidano le ragazzine ad un profugo somalo. Come affidare una scolaresca ad un autista con precedenti per stupro e guida in stato di ebbrezza. Ah già, abbiamo fatto anche questo.

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