Lampedusa, sindaco si lamenta per crollo sbarchi: “Prima eravamo al centro dell’attenzione”

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Il sindaco di Lampedusa rimpiange l’epoca degli sbarchi. Quando l’isola era al centro dell’attenzione: tanto lì, a parte rare emergenze in cui razziavano le case e stupravano le donne, i clandestini non rimanevano, erano solo di passaggio verso altre zone d’Italia.

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Erano anche business. Con frotte di giornalisti, politici e intellettualoidi in cerca di un posto in prima fila davanti ai barconi.

«E infatti la mia opinione è che si è esagerato tanto prima, quando questa isola era al centro di ogni dibattito, ma credo che si stia esagerando anche adesso che ne è completamente uscita», si lamente Totò Martello che di questa isola è il sindaco dal dicembre del 2018 da quando i lampedusani, stanchi degli sbarchi, hanno cacciato Giusy Nicolini.

«C’è stato un momento in cui sono stato costretto ad alzare la voce, un momento in cui anche a Lampedusa si consumavano furti e l’accoglienza era diventata insostenibile. L’atteggiamento di Lampedusa non è però cambiato. Mi sono fatto portavoce di un bisogno di sicurezza». Salvini ha risolto il problema, ma lui non è contento, non si aspettava che il problema venisse risolto.

Così la lamentela si fa sempre più bizzarra: «È sicuramente vero che i numeri sono calati ma non è vero, come dice Salvini, che gli sbarchi sono diminuiti o che i porti siano chiusi. Non lo sono».

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Lo sono. Perché una cosa è lo sbarco di migliaia di clandestini, con una media di oltre 300 al giorno, altra cosa, quello di poco più di 300 in 3 mesi.

Dal 2011 sono stati sospesi i pagamenti delle tasse. Trattata come una zona terremotata, Lampedusa ha usufruito, giustamente, di questo vantaggio che però si è interrotto. «Siamo due volte terremotati dato che questo vantaggio è stato sospeso». Previsto nel decreto Milleproroghe, il nome dell’isola è stato cancellato e questa volta non si sa quale sia stata la manina. «Stiamo aspettando che qualcuno ci dica cosa fare. Il paradosso è che chi finora ha beneficiato della sospensione, si troverebbe costretto a pagare anche gli interessi sulle tasse sospese».

È riuscito mai a parlare con il ministro degli Interni, Matteo Salvini? «Mai. Non ho mai ricevuto una telefonata. Nulla».

La pacchia è finita anche per Totò Martello. Ma date retta, gli isolani sono contenti.