Profugo spacca i denti a vigilessa: libero

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L’arcata superiore dei denti gravemente danneggiata per la violenta aggressione. Così un’agente della polizia locale di Conegliano, Treviso, ha passato in ospedale la sera dell’8 marzo. Grazie ad un africano.

La vigilessa è stata aggredita da un 35enne gambiano, ex profugo con il permesso di soggiorno scaduto.

L’immigrato era entrato in un supermercato del centro di Conegliano per rubare.

Intervenuti i vigili, dopo avere verificato che il suo permesso di soggiorno per motivi umanitari era scaduto, l’hanno denunciato per ubriachezza. Uscito dal comando della polizia locale ha perso completamente la ragione iniziando a urlare contro gli agenti, accusandoli di avergli rubato il cellulare (trovato poi per terra, sul marciapiede) e cercando di farsi investire dalle auto in corsa. Purtroppo senza successo.

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A quel punto una vigilessa, per evitare che venisse investito, invece di spingerlo sotto la prima auto che passava, ha cercato di fermare l’africano che, invece di calmarsi, ha aggredito la donna sferrandole una violenta ginocchiata in faccia e rompendole i denti dell’arcata superiore.

Solo l’intervento massiccio dei colleghi ha potuto fermare la follia dell’immigrato, evitando un pestaggio in piena regola.

Ma la cosa incredibile, è che il clandestino è stato solo denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni, ma resterà a piede libero a meno che il supermercato non decida di sporgere denuncia per furto aggravato. Solo in quel caso potrebbe scattare nei suoi confronti la misura di custodia cautelare.

Cioè, secondo la nostra legge del cazzo, se rubi vale la misura cautelare, se spacchi la bocca ad una donna, no.

E poi: i clandestini non si espellono?




2 pensieri su “Profugo spacca i denti a vigilessa: libero”

  1. La vigilessa era senza museruola affamata, e con la rabbia ,
    ….. ha tentato di mordere il povero bastocino Togo (quello ricoperto di cioccolato)…..

    …..nella foto è mostrato un esemplare non ancora confezionato, che indica le palle della magistratura italiana.

I commenti sono chiusi.