Ucciso da clandestino, niente risarcimento

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Le vittime degli immigrati non hanno giustizia. Niente responsabilità dello Stato, secondo i giudici, se un clandestino espulso e risbarcato a Lampedusa uccise David Raggi a bottigliate in testa. Una sera del 2015.

Non c’è alcuna responsabilità da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, del ministero dell’Interno e di quello della Giustizia per la mancata espulsione e carcerazione di Amine Aassoul, il marocchino, clandestino e libero nonostante dovesse scontare un cumulo di pene di oltre sette anni, che uccise a Terni David Raggi.

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Dunque ai familiari del giovane spetta solo un indennizzo sulla base del riconoscimento dei benefici della legge in favore delle vittime di reati violenti intenzionali: è quanto ha deciso il tribunale civile di Roma, che ha condannato la stessa Presidenza del Consiglio al pagamento di 7.200 euro ciascuno nei confronti del padre, della madre e del fratello del ventisettenne.

Ucciso da immigrato con foglio di via, martire immigrazione – VIDEO

“Sono quattro anni che continuano ad ammazzare mio fratello, avrei preferito che ci avessero riconosciuto una cifra pari a zero, avrebbero fatto più bella figura” ha detto Diego Raggi, il fratello di David. “Vale più la vita di un cane che quella di mio figlio”, il commento di papà Valter.

E’ vergognoso. Ma non è lo stato responsabile. E’ il PD, è di Renzi: che allora, da premier, traghettava fottuti clandestini come se non ci fosse stato un domani. E non c’è stato, per David. L’ennesima vittima senza giustizia dell’immigrazione.

Perché Renzi e i suoi non pagano?

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