Africani chiedono a Meloni di farli tornare a casa – VIDEO

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La leader di Fratelli d’Italia è arrivata a Ferrara poco dopo le 14 di sabato per chiedere insieme ad Alessandro Meluzzi — “criminologo ed esperto di mafia nigeriana” — “più sicurezza e più Stato” nel quartiere Gad, dopo la “guerriglia delle scorse settimane”.

“Ci sono intere zone franche che lo Stato ha rinunciato a difendere, e quello che abbiamo visto accadere qui con bande di nigeriani che si fanno la guerriglia in mezzo alla strada è esattamente questo. Per combattere la mafia nigeriana che sta stabilendo la capitale della criminalità in Italia a Castelvolturno, chiediamo che lo Stato sia presente con l’esercito. Vogliamo una presenza dirimente dello Stato” aggiunge Meloni criticando gli interventi ‘spot’ in odore di campagna elettorale di una politica che “non sa più dove sia il giusto” e tornando a chiedere il blocco navale: “La sfida dell’Italia dev’essere quella di andare in Europa e trattare un blocco navale al largo della Libia ed impedire ai barconi di partire, perché finché partono ci sarà una percentuale di persone che sbarca da noi”.

“Perché una nave battente bandiera olandese deve prendere i clandestini e scaricarli in Italia? Per il diritto internazionale la nave risponde alla giurisdizione dell’Olanda, e per il decreto di Dublino gli immigrati devono essere valutati nella nazione in cui avviene il trasferimento illegale. Quindi è l’Olanda che deve valutare le richieste d’asilo, a meno che l’Olanda non dica che non riconosce quella bandiera. Ma a quel punto si tratta di nave pirata: quindi si fa sbarcare la gente, si arresta l’equipaggio e si affonda la nave”.

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A quel punto parte il corteo, con la direzione prevista verso viale Po, dove circa un mese fa è scoppiata una mezza rivolta della comunità nigeriana con ribaltamenti di alcuni cassonetti dopo la diffusione della notizia, infondata, che i carabinieri avrebbero investito e ucciso un loro connazionale nel corso di un inseguimento. Arrivati in stazione però il corteo incontra la manifestazione dei camerunensi che chiedono il “rispetto della volontà popolare” e denunciano armati di striscioni “il genocidio in corso”.

In realtà in Camerun non c’è alcun genocidio in corso. Ma un attempato presidente che è espressione della popolazione francofona. Probabilmente i manifestanti sono camerunensi di un’etnia anglofona. Quindi ai margini del potere politico.

Meloni li raggiunge “perché siamo il contrario del razzismo“, per dirla come Meluzzi “innamorato dell’Africa: il problema non è l’Africa ma la criminalità che viene da lì, la mafia nigeriana, la mancanza di sovranità dei popoli costretti dal colonialismo, che sono costretti ad usare il Franco francese senza battere la loro moneta e non possono liberarsi dall’oppressione europea”. Il razzismo è infatti in chi vuole imporre la destrutturazione dei popoli per creare un essere umano artificiale, addomesticato. Loro concepiscono gli individui come bestiame.

“Grazie a voi per questa manifestazione”, incalza quindi lei, “perché stiamo cercando di accendere anche nell’opinione pubblica questa battaglia contro il Franco Cfa, una moneta con la quale alcuni europei e segnatamente i francesi pretendono di controllare intere economie africane impedendo di liberare le loro ricchezze. Grazie per essere dei patrioti che vengono qui a spiegare che non volete per l’Africa un futuro di gente che scappa per fare lavori impossibili o essere schiavi della criminalità organizzata ma che vuole un futuro migliore per la propria terra. Noi ci battiamo contro chi l’immigrazione la sfrutta. Questi temi li porteremo al prossimo parlamento europeo”.

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I manifestanti anti-Biya apprezzano, e sfruttano l’occasione per dare visibilità alla protesta: “Biya ha imbrogliato e ha mandato in galera i suoi oppositori”, dice uno, “vogliamo tornare a casa“, spiegano altri. “Il nostro presidente è amico di Mattarella, viene in Italia ed è un dittatore. Ora abbiamo 200 persone in Italia e un dittatore viene ricevuto qui con la moglie mentre noi non possiamo tornare a casa”, spiegano ancora i manifestanti, “perché se ci proviamo siamo morti. Questo dittatore non lo vogliamo in Italia, vogliamo che sistemi il suo popolo. Vogliamo la mano degli italiani”.

“La nostra ce l’avete”, rispondono gli esponenti meloniani

Per aiutare gli africani a tornare in Africa siamo tutti pronti a dare una mano.

Ps. Vox non è per nulla d’accordo con questa faccenda del Franco CFA:

Da noi arrivano i mafiosi nigeriani, non i profughi del Franco CFA