I dazi funzionano. Crolla il surplus commerciale cinese a febbraio, cadendo a 4,12 mld di dollari a fronte dei 39,16mld di
gennaio e i 26 mld attesi dai mercati.

Il saldo è il più basso dal marzo 2018 per effetto del crollo dell’export: -20,7%.

Su base mensile il surplus della Cina con gli Usa si è quasi dimezzato (14,72 mld di dollari contro i 27,30 di gennaio) in scia agli effetti dei dazi all’import del “made in China” imposti da Trump.

Perché al di là delle sciocchezze che dicono gli economisti e i giornalisti a libro paga delle multinazionali che amano produrre in Cina e poi vendere in Occidente, è chi compra ad avere il coltello dalla parte del manico.

Trump, da grande uomo d’affari, sta agendo di conseguenza.

Dovremmo farlo anche noi.

Questo, visti i flussi commerciali, avrà un enorme impatto sull’economia tedesca, che esporta in modo massiccio verso la Cina (e per questo obbliga tutti gli altri Stati a comprare cinese senza dazi): infatti, come conseguenza del crollo dell’export, la Cina ha visto anche una frenata dell’import (-5,2%).

L’impatto arriverà di riflesso anche sull’Italia, che esporta in Germania.

Perché nella guerra dei dazi, perde sempre chi sta fermo. Noi stiamo fermi. Perché siamo nella Ue.