Giudici scarcerano 7 scafisti: “Non ci sono prove”

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La Corte d’assise di Palermo ha assolto 7 clandestini accusati i favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e omicidio plurimo in merito al naufragio dell’agosto del 2015 in cui persero la vita almeno 56 altri clandestini..

I superstiti vennero salvati dalla nave svedese Poseidon e, ovviamente, scaricati in Italia, a Palermo.

Dopo gli sbarchi i sette imputati vennero arrestati perché ritenuti gli scafisti dell’imbarcazione naufragata e responsabili della morte dei clandestini.

I pm Annamaria Picozza e Geri Ferrara avevano chiesto l’ergastolo per i sette imputati. Gli assolti sono: Iissa Okrema Ahmad, siriano, 26 anni; Buchalla Zied, libico, 29 anni; Hasan Chibab, marocchino, 41 anni; Mohamed Alif, marocchino, 24 anni; Badr Kachouch marocchino, 31 anni. Sami Naser (26 anni, siriano) e Alradi Isam (marocchino, 29 anni).

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Per i giudici, che hanno ordinato la scarcerazione dei clandestini sotto processo, mancherebbe la prova che questi fossero alla guida della barca naufragata. I testimoni superstiti che li accusarono non sarebbero totalmente attendibili. Beh, nessun clandestino può essere attendibile.

Gli imputati erano accusati anche di aver sottoposto i clandestini a “un trattamento inumano e degradante, avendole reiteratamente percosse e minacciate anche con l’uso di coltelli e bastoni, costringendoli a rimanere seduti ed immobili durante la navigazione e stipandoli almeno in 100 all’interno della stiva, dalla quale impedivano l’uscita”.

Quindi i giudici riconoscono che gli scafisti non torturano e che sono, come è lapalissiano, i clandestini stessi a mettersi in viaggio per venire a romperci le palle.

Comunque: questi 7 vengano rimanda in Africa.