Tennis, Navratilova contro i trans: “Un folle imbroglio”

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“Una pratica folle, un vero imbroglio”. Senza giri di parole, Martina Navratilova è tornata a criticare apertamente la partecipazione di atlete transgender a competizioni femminili. Mito mondiale del tennis ma anche icona gay dopo il suo coming out nei primissimi anni 80, in tempi in cui dichiararsi omosessuale era ancora un tabù, l’ex campionessa statunitense torna a scuotere la comunità trans, e con essa tutto il mondo sportivo. Assumendo una posizione di estremo dissenso verso la possibilità, concessa ad atlete nate uomini, di gareggiare contro avversarie nate donne. Una differenza biologica che – secondo Navratilova – si tramuta in un netto vantaggio agonistico-sportivo. “E’ sicuramente ingiusto per le donne che devono competere contro persone che, biologicamente, sono ancora uomini – scrive oggi Navratilova in un editoriale per il Sunday Times -. Sono felice di rivolgermi a una donna transgender in qualsiasi forma preferisca, ma non sarei felice di competere contro di lei”.

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Atlete ‘nate uomini’. Non è che se qualcuno si mette una parrucca o si taglia il pisello diventa donna. E’ un uomo senza pisello. L’ultima frontiere della destrutturazione sociale è il transgenderismo, la negazione dell’esistenza oggettiva dei sessi. Un’ideologia più che un’idea che solo pochi anni fa avrebbe fatto ridere chiunque e che oggi sta diventando dogma (non tra la gente, ma tra gli illuminati), proprio come è diventato dogma il matrimonio gay e come presto diverrà la pedofilia.

Perché quando apri il vaso di Pandora, non puoi scegliere cosa tenere dentro. Ci sarà sempre una minoranza sempre più strana ad accampare ‘diritti’ che sono in realtà vizi e privilegi.