Come le bande di pakistani che in Inghilterra vagano fameliche a caccia di bambine bianche da stuprare.
Maltrattamenti, botte, violenze, stupri. I carabinieri di Guastalla e Reggio Emilia hanno arrestato tre pakistani, due fratelli e il loro cugino. Avevano messo sù un’associazione.
Un caso che mostra, dopo il caso Sana, quanto sia stupido far entrare pakistani in Italia. Il problema è che i matrimoni tra consanguinei, noto problema genetico per i pakistani, genera comportamenti brutali oltre a individui non proprio geniali.
I paksitani arrestati sono un 36enne, un 47enne e un 49, tutti residenti in Italia, tutti che prendevano a pugni in testa e botte con sedie, scarpe e bastoni le mogli.
Le indagini sono partite dalle segnalazioni degli assistenti sociali, visto che nessuno dei familiari ha collaborato denunciando i fatti. Pensate quanto costano allo stato sociale.
I tre pakistani finiti in manette avrebbero, secondo gli inquirenti, agito in “concorso morale e materiale tra loro, istigandosi reciprocamente”. Insomma: un club dello stupro.
I maltrattamenti infatti sono sfociati anche in stupri.