Giudice assolve profugo stupratore: “Non credeva servisse consenso”

Vox
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Nel novembre del 2017 un profugo ha stuprato l’assistente sociale che lo stava aiutando a scegliere casa nuova a Dresda, in Germania:

Profugo stupra assistente sociale durante visita in casa nuova

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Nei giorni scorsi, il giornale tedesco Die Welt ha rivelato l’assoluzione del profugo, un siriano che, dopo averla pestata a sangue, l’aveva violentata senza pietà.

La notizia, come accade sempre più spesso in Germania con i crimini degli immigrati, è stata oscurata per oltre un anno dalla stampa nazionale tedesca. E quindi anche da quella italiana: non da Vox, che raccogliendo fonti locali, molto più attendibili perché non politicizzate, ne aveva parlato alla fine del 2017.

Comunque, ora Die Welt ha parlato con Gesa Israel, l’avvocato dell’assistente sociale che è stata violentata dal siriano. È stata lei a consigliare alla vittima “di essere molto prudente nel rilasciare dichiarazioni che potrebbero venire manipolate e sfruttate in chiave politica”. Insomma: prima di tutto proteggere il piano di sostituzione etnica da eventuali contrattempi creati dai crimini di chi deve sostituirci.

Durante il processo che si è tenuto la scorsa primavera, il pubblico ministero ha chiesto alla vittima se lo stupratore potesse non aver capito che lo stava rifiutando. “Potrebbe essere possibile…”, ha risposto, imprigionata nel suo sistema di buonismo mentale. E così l’immigrato l’ha fatta franca perché, secondo il giudice, non avrebbe inteso che in Occidente i rapporti tra uomo e donna non sono mai contro la volontà di uno dei due partner.




Un pensiero su “Giudice assolve profugo stupratore: “Non credeva servisse consenso””

  1. Gesa Israel, di anni 50 e professione avvocato, di solito protegge antifa a caso. Qui patrocinava la vittima di una violenza da parte di un immigrato e le ha casualmente per una cohencidenza consigliato di non parlarne con la stampa per evitare manipolazioni politiche. Gesa Israel, nome impegnativo per una donzella. Strano che non ci sia stata nessuna manifestazione di solidarietà delle compagne femministe e che lei stessa in quanto donna ebrea e di sinistra non abbia colto l’occasione per fustigare il fallocrate di turno. Strano anche che le abbia suggerito una risposta così blanda alla domanda ovvia del pubblico ministero. Un sacco di cohencidenze qui, niente da vedere quindi.

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