Il terrorista Amri sbarcò come finto ‘minore’, quanti sulla SeaWatch?

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Il terrorista tunisino sbarcò in Italia a febbraio del 2011, assieme alle altre migliaia di tunisini che in quei mesi lasciarono il paese in seguito alla famigerata primavera araba. Quando venne identificato, Anis Amri dichiarò, come molti adulti, di essere minorenne e dunque fu trasferito in un centro di accoglienza per minori in Sicilia.

L’avvocata che oggi difende l’ong Open Arms divenne così tutore del minore che farà strage al mercatino di Berlino Berlino.

La Ong spagnola Proactiva Open Arms, a marzo nominò come difensore proprio l’avvocato catanese Rosa Emanuela Lo Faro, in seguito all’apertura delle indagini presso la Procura di Catania di Carmelo Zuccaro.

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Dopo qualche mese di permanenza nel centro il tunisino partecipò ad una violenta rivolta e commise diversi reati. Diventato nel frattempo maggiorenne, venne dunque arrestato, processato e condannato a 4 anni.

Dal carcere, Amri uscì nella primavera del 2015. Ma questa è un’altra storia, la cosa che ci interessa qui è che la stessa persona che difese Amri oggi difende una ong che traghetta altri clandestini come Amri.

Alcuni non imparano. Chi scrive avrebbe rimorsi a sapere di avere aiutato un terrorista islamico che ha ucciso innocenti. E di certo eviterebbe di difendere chi altri potenziali terroristi sta traghettando.

Invece no. Loro continuano.

E’ evidente una cosa: se lo avessero abbattuto sul barcone che lo conduceva a casa nostra, o quantomeno respingerlo invece di raccattarlo, ci sarebbero 12 vittime in meno.

E, chissà, quante vittime ci saranno grazie ai 47 sbarcati ieri.